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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 6 dicembre 2011

LA PROVENZA, I CATARI E RONCOFERRARO

Cari amici ed amiche.

Come promesso, vi parlo della Provenza medioevale.
Le farò incominciando con questa mia poesia:

TRENCAVEL



“Fu uno dei primi ad armare la propria cittadella

quando Simone di Montfort si avvicinò.

L'indomabile difesa del giovane Trencavel

gli costò la prigione e la morte.”.



Accusì 'n ghjuventù ebbe a vasari...d'armi a terra et u mari...

iddu, di Carcassona et di Tolosa vicecomites...comu d'Albi...

Raimondu, cuntru chistu gran pistiari...

cà fici di Montfort Simone...puru si 'n nomu di Diu...

ma Diu ùn staci...quannu l'oru si faci raggiuni...

et l'heresia fù d'u diavulu ngannu pì fari tinta a guerra

et pì l'omini tutti mettiri accussì ntâ priggiuni...

comu...pì d'u mali...a tinta a so' chianta...l'acqua dari et a terra.

Questa mia poesia parla di Raymond Roger Trencavel, visconte di Tolosa (1185-1209), un personaggio importante della storia della Provenza.
La Provenza è oggi una regione della Francia del sud.
Un tempo, invece, fu (di fatto) uno Stato nello Stato ed ebbe una storia completamente diversa dal resto della Francia.
Questa regione fu un crocevia di diverse culture.
Dapprima terra di druidi, la Provenza venne conquistata dai Romani (121 BC).
Dopo il 410 AD, i Visigoti lasciarono l'Italia e si stabilirono in Provenza e in Spagna, formando il Regno di Visigoti, con capitale Tolosa.
Questo regno durò fino al 721 AD, anno in cui fu preso dagli Arabi.
La Provenza finì nell'orbita di Carlo Magno e, con il resto della Francia, fu inglobata nel Sacro Romano Impero (800 AD).
Però, essa fu distinta dalla Francia del nord.
Dopo la conversione del re dei Franchi Clodoveo (496 AD), la Francia del nord assunse un carattere feudale e la Chiesa cattolica penetrò in ogni suo ambito.
Inoltre, iniziò a prendere piede la lingua francese, lingua nata dalla saldatura dei Franchi con i Romani
Nel sud, invece, le cose furono diverse.
Qui il feudalesimo non si radicò. Anzi, la borghesia fu preminente.
La lingua non fu il francese ma l'occitano, la "lingua d'oc", lingua che trovò la massima espressione nella poesia dei trovatori.
Inoltre, a livello religioso, nel sud ci furono più confessioni religiose.
Ci furono gli ebrei (che potevano ambire a cariche pubbliche), ci furono gli ariani (che poi si convertirono al cattolicesimo) ed i catari.
Questi ultimi erano una setta che pare avesse tratto origine da movimento dei Bogomili (movimento sorto in Bulgaria nel IX secolo AD).
In verità già nel III secolo AD comparve il termine "cataro", termine legato alla setta di Novaziano.
Secondo la dottrina catara, Dio creò le anime mentre le cose materiali erano opera di un Demiurgo, il Dio cattivo, o del demonio.
I catari erano distinti in "perfetti" e "credenti".
I primi vistivano delle tuniche azzurre ed erano i sostenitori del dualismo prima citato, a tal punto che rifiutavano persino i rapporti sessuali.
Per quanto riguarda i "credenti", invece, la situazione era leggermente diversa.
I catari, sia "perfetti" che "credenti" rifiutavano il matrimonio perché, per essi, questa sacramento comportava il concepimento dei figli e quindi la prosecuzione dell'opera demoniaca.
Tuttavia, i "credenti" potevano avere rapporti sessuali e vivere come "amic" ed "amasia" ("amico" ed "amica").
Paradossalmente, questo rigorismo cataro favorì il libertinaggio.
Inoltre, i catari rifiutavano la possibilità di avere beni terreni ma nel contempo non vivevano di elemosina ma lavoravano, spesso come tessitori. Questo favorì la borghesia.
I punti salienti del catarismo furono:
  1. La concezione che vede il mondo materiale creato dal diavolo e di quello spirituale come opera di Dio.
  2. La divisione degli adepti in "credenti" e "perfetti" . Questi ultimi rifiutavano il matrimonio perché esso avrebbe comportato il concepimento di figli e quindi la continuazione dell'opera demoniaca.
  3. La totale astinenza dalle carni, poiché per il cataro ogni essere vivente ha un'anima. Inoltre, il "perfetto" non mangiava nemmeno le uova e né beveva il latte.
  4. La concezione che vede la caduta e la redenzione di ogni uomo nei secoli. Quindi, secondo il catarismo, si può parlare di "reincarnazione" o di "trasmisgrazione da un corpo ad un altro o da un universo ad un altro".
  5. La concezione che vede Gesù come un angelo (o meglio un eone) che fu inviato da Dio per insegnare che il Regno non è di questo mondo. In pratica, secondo il pensiero cataro, Gesù non ebbe alcun ruolo centrale nella Redenzione del mondo.
  6. La rinuncia ad ogni proprietà.
Un sacramento cataro particolare era il "consolamentum", il Battesimo spirituale. Esso era una cerimonia religiosa in cui il postulante, per il cataro che voleva farsi "perfetto" si presentava di fronte all'assemblea dei credenti in un luogo in cui c'era una Bibbia su una tovaglia bianca e tra due ceri. Perché questo rito fosse valido, ci doveva essere una confessione pubblica. Poi l'officiante chiedeva : "Signore, avete voi la volontà di ricevere questo santo battesimo così come ve lo hanno rivelato, di conservarlo per tutto il tempo della vostra vita con purezza di cuore e di non mancare a questo impegno per tutto il resto della vita?" Il postulante rispondeva in modo affermativo ed il celebrante gli chiedeva di non mangiare carne, uova e latte e di non rinnegare la Chiesa catara. Il postulante rispondeva in modo affermativo ed il celebrante poneva il Vangelo secondo Giovanni sulla testa del postulante ed imponeva su lui la mano destra. Lo stesso facevano gli assistenti recitava questa formula: "Padre Santo, accogli il tuo servo (o la tua serva) nella tua giustizia e poni la tua grazia e il tuo santo spirito su di lui." Si leggevano poi versetti del Vangelo secondo Giovanni ed il nuovo "perfetto" ringraziava l'assemblea con questa formula: "Che il Signore Iddio vi dia buona ricompensa per il bene che mi avete fatto per amor suo.".
L'unica potenza realmente impopolare in Provenza fu la Chiesa cattolica.
Quest'ultima, infatti, era l'unica istituzione feudale e come tale risultava invisa alla società provenzale.
Inoltre, i catari predicavano in lingua d'oc mentre la Chiesa cattolica predicava in latino.
Da tutto ciò nacque lo scontro tra catari e cattolici.
Infatti, per i catari, la Chiesa cattolica divenne la "Bestia", la "Grande Meretrice", e Roma divenne la nuova Babilonia.
Infatti, il punto centrale della dottrina cattolica è il matrimonio (che rappresenta la possibilità di fare figli) e ciò cozzò con la dottrina catara.
Nel 1167 AD, ci fu il concilio cataro, presso il castello di Saint Felix-Lauragrais.
Questo concilio cataro avvenne subito dopo quello cattolico che fu fatto non lontano da lì, proprio contro il catarismo, che si stava diffondendo non solo in Francia ma anche in Italia.
Questo scontro portò ad una guerra.
Nel 1180, Papa Alessandro III fece predicare senza successo una prima crociata contro i catari.
Nel 1198, Papa Innocenzo III fece istituire l'Inquisizione contro i catari.
Otto anni dopo, San Domenico di Guzman predicò contro i catari e qui ci fu un miracolo.
Infatti, durante una sua discussione con alcuni catari, egli prese due libri, uno cattolico ed uno cataro.
Li mise sul fuoco. Il libro cataro prese fuoco. Quello cattolico si salvò.
Nel 1207, Il Papa scomunicò Raimondo IV, conte di Tolosa.
Questi era cattolico ma tollerò i catari.
Nell'anno successivo ci fu l'assassinio di Pierre de Castelneau, il legato papale.
Da qui nacque la guerra.
Nel 1209, ci fu la Crociata contro gli Albigesi (altro nome con cui vennero chiamati i catari).
Questa crociata durò per venti anni.
Lo scontro fu tra Simone di Montfort, signore dell' Ile de France, e capo della crociata e Raymond Roger Trencavel, il venticinquenne visconte di Tolosa.
Quest'ultimo si batté fino all'ultimo ma venne imprigionato e fatto morire.
Era evidente che la religione fosse stata un pretesto per avere il controllo dei territori del sud.
Infatti, la Crociata contro gli Albigesi colpì sia i catari che i cattolici e gli ebrei.
Fu una carneficina che disgustò anche il Papa.
La guerra continuò anche dopo il 1229. Tutte le roccaforti catare, come il castello di Montségur (1244), caddero.
Dei catari si sentì parlare fino al 1370, anno in cui un ultimo gruppo cataro fu segnalato a Chieri, presso Torino.
I catari furono presenti anche a Viterbo, Concorezzo e Cremona, ove ebbero dei vescovi.
Con molta probabilità, dal vescovo cataro di Cremona potrebbero essere dipesi anche i catari che si trovavano nel Mantovano, a Bagnolo San Vito e a Roncoferraro.
In quest'ultimo luogo, nella Valle dei Signori, potrebbe essersi organizzata una sorta di "Piccola Provenza", in cui catari, ebrei e cattolici, potrebbero avere convissuto.
Forse, la figura mostruosa che si trova sul campanile della Pieve di Barbassolo (frazione di Roncoferraro) potrebbe significare che lì la presenza catara potrebbe essere stata così forte da fare temere la presenza del demonio.
Del resto, il nome stesso Roncoferraro deriva dal latino "runcare", ossia dissodare, e "ferarius", ossia "bestiario, luogo di bestie selvatiche".
Forse, con il termime "bestie" non si volevano indicare gli animali ma le eresie.
Io spero che si facciano delle ricerche in zona.
Cordiali saluti.













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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.