Ora, il giovane studente fu un martire.
Infatti, egli si diede fuoco e morì per testimoniare il suo sdegno verso la dittatura che affliggeva il suo Paese e la sua voglia di libertà.
Qualcuno potrebbe definire questo atto come anticristiano.
In realtà, Jan Palach non fece un atto anticristiano.
Il suo suicidio fu una conseguenza di quanto stava accadendo nell'allora Cecoslovacchia.
La Cecoslovacchia fu sotto il regime sovietico, un regime liberticida.
In quegli anni, la Cecoslovacchia si ribellò ai sovietici, i quali rimossero il presidente dell'Assemblea federale Alexander Dubċek (27 novembre 1921-7 novembre 1992) per rimpiazzarlo con lo stalinista Gustáv Husák (10 gennaio 1913-18 novembre 1991).
Dubċek cercò di moderare le politiche filo-sovietiche della Cecoslovacchia.
Questo non piacque ai sovietici, i quali reagirono ed intervennero militarmente.
Dubċek fu rimosso.
Palach fu indotto al suicidio.
Palach preferì morire piuttosto che vivere in un mondo di prigionia.
Dubċek cercò di moderare le politiche filo-sovietiche della Cecoslovacchia.
Questo non piacque ai sovietici, i quali reagirono ed intervennero militarmente.
Dubċek fu rimosso.
Palach fu indotto al suicidio.
Palach preferì morire piuttosto che vivere in un mondo di prigionia.
Per questo, egli deve essere ricordato come un martire.
Noi dobbiamo amare la libertà, un bene che non si vede quando c'è ma la cui mancanza è visibile.
Oggi, la nostra libertà è minacciata da chi, in nome di una certa ideologia europeista, vuole zittire chi dissente da un certo tipo di pensiero, tacciandolo di "fascismo".
Stiamo bene attenti a guardare l'evolversi della situazione e restiamo vigili.
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