Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Daniele Meloni che ne spiega le motivazioni.
Ne riporto questo stralcio:
"Nel bel mezzo dell’epoca thatcheriana, l’ex ambasciatore britannico a Washington, Sir Oliver Franks, rilasciò un’intervista alla radio della BBC. Tema: l’Europa. Tra i tanti spunti offerti da un uomo che aveva girato il mondo per conto del governo di Sua Maestà, uno fu destinato ad avere un effetto imperituro. Sulla limitazione di sovranità del Regno Unito all’interno dell’Unione europea, Sir Franks disse:
“La Gran Bretagna è sempre stata interessata alla cooperazione, ma sarà sempre contraria agli istituti della cooperazione. Se sei parte, e soggetto, di una istituzione che ha una vita propria e la capacità di formulare politiche proprie, non sei più libero come lo eri prima di farne parte”".
Il Regno Unito ha scelto la libertà.
Ha scelto di uscire da un sistema illiberale che favorisce solo l'asse franco-tedesco a scapito degli altri.
Questo è il dato di fatto.
L'Euro, per esempio, è una moneta che favorisce l'asse franco-tedesco.
A differenza di noi italiani, i Britannici lo capirono e presero le distanze da esso.
Inoltre, i Britannici (e in particolare gli Inglesi) sono sempre stati attaccati alle loro libertà.
Deve essere ricordato che l'Inghilterra fu il primo Paese ad avere una vera costituzione, la Magna Charta Libertatum del 1215.
Questo vale anche a livello economico.
Per esempio, è normale che si debbano imporre certi parametri riguardo alle vendite di cetrioli e melanzane, i quali debbono avere certe grandezze o certe forme?
Una persona normale direbbe di no.
Un ortaggio deve essere sano e buono e non avere una certa forma.
Un ortaggio deve essere sano e buono e non avere una certa forma.
La Brexit deve essere un campanello d'allarme per questa Unione Europea, la quale dovrà scegliere tra il cambiamento e la fine.
Cosa sceglierà?
Nessun commento:
Posta un commento