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sabato 15 ottobre 2016

La storia del Lambrusco

Cari amici ed amiche,

vi voglio parlare del vino più venduto qui in Italia: il Lambrusco.
Esso è prodotto qui nella Provincia di Mantova e nella vicina Emilia-Romagna, nelle Province di Modena.
Il nome deriva dai termini latini "labrum" e "ruscum" , ossia "vite spontanea", una vita selvatica che cresce nei terreni incolti.
Vi è anche un'altra versione etimologica che dice che il nome Lambrusco derivi dalla fusione dei termini latini "labo" (prendo) e "ruscus" (che punge il palato), per la nota acida e tannica che ne danno un gusto gradevole.
Ora, la storia del Lambrusco affonda le sue radici nell'epoca romana.
Nella sua quinta bucolica, Virgilio (che nacque in terra mantovana, 70 BC-19 BC) scrisse di una "vitis labrusca".
Nella sua "Naturalis Historia", Plinio il Vecchio (23 AD-79 AD)  scrisse: "la vitis vinifera le cui foglie, come quelle della vite labrusca, diventano di colore sanguigno prima di cadere".
Nel 1305, in un suo trattato di agricoltura, il bolognese Pietro de' Crescenzi (1233-1320) suggerì di prendere in considerazione l'allevamento della vite labrusca.
Nel 1567, Andrea Bacci (1524-1600), che era botanico ed archiatra pontificio di Papa Sisto V (1521-1590), scrisse che "sulle colline di fronte alla città di Modena si coltivano lambrusche, uve rosse, che danno vini speziati, odorosi, spumeggianti per auree bollicine, qualora si versino nei bicchieri".
Nel XVIII secolo, arrivò un'importante innovazione tecnica per la conservazione di questo vino frizzante.
L'innovazione fu l'introduzione di una particolare bottiglia denominata "Borgognona", caratterizzata da un vetro resistente e spesso e il relativo tappo di sughero tenuto fermo con l'aiuto di uno spago che altrimenti tenderebbe a saltare a causa della pressione del diossido di carbonio che si produce per una seconda fermentazione degli zuccheri ancora presenti nel vino.
Nel 1867, l'enologo modenese Francesco Agazzotti (1811-1890) introdusse una suddivisione de vitigni del Lambrusco in Lambrusco della viola o di Sorbara, Lambrusco Salamino, Lambrusco dai Graspi Rossi, da cui si ricavano i vini, che possono essere rossi o rosati.
Nella prima metà del XX secolo, il Lambrusco era un vino secco e spumante e come lo Champagne era prodotto con seconda fermentazione in bottiglia.
Con l'introduzione del metodo Charmat, la produzione del Lambrusco aumentò in modo esponenziale, diventando da vino dei contadini mantovani ed emiliani a vino apprezzato anche in importanti tavole all'estero.
Esistono cinque tipi di Lambruschi DOC: il Lambrusco Mantovano, il Lambrusco Reggiano, il Lambrusco Salamino, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro ed il Lambrusco di Sorbara.
Esso si consuma con cibi ricchi e grassi, come quelli della cucina mantovana ed emiliana.
Quindi, durante le feste del Comitato Manifestazioni Roncoferraro, quando si vende una bottiglia di Lambrusco si vende un pezzo di storia.
Cordiali saluti.


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