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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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domenica 17 agosto 2014

Lettera a Giuseppe Garibaldi

Salve, mastro Giuseppe,

voi diceste: "O si fa l'Italia o si muore!".
In realtà, tutti noi (voi compreso) conosciamo la verità.
Quello che voi faceste fu un atto di guerra e di rapina contro Stati sovrani (come il Regno delle Due Sicilie) e la Chiesa.
Infatti, l'Italia già esisteva come popolo unito dalle tradizioni giudaico-cristiane e dal sapere.
La nostra bella e rustica parlata provenne dal latino e si fece con la Scuola Siciliana dell'imperatore Federico e con il poema di padre Dante Alighieri.
Mancava solo uno Stato.
Da quella spaccatura che fu fatta dai Longobardi, tanti provarono ad unire la nostra penisola, da Cola di Rienzo a Gioberti.
Voi siete celebrato come un eroe.
Qui a Roncoferraro, nell'antica località di Carzedole (che oggi porta il vostro nome), voi steste con il vostro compare Giuseppe Nuvolari.
Però sappiamo tutti la storia.
Voi scendeste in Marsala, vi metteste con quell'associazione che fatta fu dal cavaliere Osso e faceste una guerra ad uno Stato che aveva la sua sovranità, per farlo annettere ai domini del re Savoia e fare pagare i debiti con le banche inglesi che furono contratti dal suo ministro Cavour.
Oltre a ciò, decideste di fare la guerra contro la Chiesa, per lo stesso motivo.
Cosa produsse quello che faceste?
Quello che faceste produsse uno Stato in cui molti non credevano.
Da qui provenne anche la povertà di oggidì.
Dopo questa riflessione, io mi congedo.

Cari amici ed amiche,

dopo avere scritto una "lettera" a re Enrico VIII, ne ho scritta una anche a Giuseppe Garibaldi (1807-1882).
Sto riprendendo quel lavoro che fu fatto dal vescovo Albino Luciani, che poi divenne Papa Giovanni Paolo I.
Per fare riflettere la gente, Luciani pubblicava lettere a personaggi del passato.
Ora, uno Stato non nasce dal niente.
Per esempio, la Francia si iniziò a formarsi con i Merovingi (V secolo AD) e passò per le guerre contro l'Inghilterra, come la famosa "Guerra dei Cent'anni" (1337-1453) e gli altri periodi storici.
La Spagna iniziò a formarsi con l'invasione dei Visigoti (V secolo AD) e poi passò attraverso la conquista bizantina (552-624), quella araba (che iniziò nel 711) e la Reconquista cristiana.
L'Inghilterra nacque con il distacco della Britannia dall'Impero Romano d'Occidente e l'invasione da parte degli Angli e dei Sassoni (V secolo AD), dall'Eptarchia (prima metà del X secolo), dall'arrivo dei Normanni (1066 AD), dal periodo Tudor (1485-1603) e da ciò che venne in seguito.
Uno Stato si forma con passaggi graduali.
Quanto accadde in Italia nel 1860 fu un'anomalia.
Al di là dell'agiografia che viene fatta su Giuseppe Garibaldi, delle cose vanno dette.
Quanto accadde fu molto controverso.
Ora, Garibaldi viene presentato come "liberatore della Sicilia".
Però, mi risulta che a Bronte i garibaldini massacrarono coloro che furono contro, l'11 maggio 1860.
Fu il popolo di Bronte ad insorgere.
Sappiamo tutti che il Regno delle Due Sicilie non era tanto povero.
In epoca borbonica, per esempio, arrivarono gli inglesi in Sicilia e inventarono il vino Marsala.
Va detto anche che i Borboni combatterono la mafia, che era presente solo nella Sicilia occidentale.
Nella Sicilia orientale (Catania e Messina) vi erano un'aristocrazia ed una borghesia legate ai Borboni.
La famiglia di madre discende da questa aristocrazia borbonica.
Garibaldi si appoggiò alla mafia.
Questo non venne mai detto ma ci furono le prove.
La mafia era anti-borbonica. 
Oltre a ciò, il Primo Ministro del Regno di Sardegna Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861) era indebitato con le banche inglesi ed aveva fatto indebitare il suo regno.
Quindi, con la conquista e la spoliazione del resto d'Italia egli saldò i suoi debiti.
Per finire, uno Stato non si forma contro la sua Chiesa.
La Francia, la Spagna e l'Inghilterra si formarono attorno alla Chiesa.
L'Italia si fece contro, poiché il processo fu guidato anche da logge massoniche ed anticlericali.
Garbaldi disse: "Preti alla vanga".
Il suo luogotenente, il mio conterraneo Giuseppe Nuvolari, era un massone anticlericale.
Da tutto ciò nacquero incomprensioni e divisioni che, se pur mitigate, ancora oggi sono presenti.
Secondo me, la riconciliazione passa attraverso la conoscenza esatta della storia.
Roncoferraro, si sa, è Comune risorgimentale.
Nel 2011, ci furono delle celebrazioni per i 150 anni.
Io avrei voluto che si facesse una tavola rotonda in cui si sarebbero potuti confrontare coloro che sostenevano la storia ufficiale (che incensa Garibaldi) e chi invece era critica.
Come dice un grande bibliofilo qual è Marcello Dell'Utri, la storia va letta senza pregiudizi.
Cordiali saluti. 


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