ho letto l'articolo del quotidiano "Tempi" che è intitolato ""La preghiera è stato un collante che ha permesso la mia libertà". La lettera di Foley quando fu prigioniero in Libia".
L'articolo parla del giornalista americano James Foley, il freelance che è stato decapitato dagli uomini di ISIS.
Nel 2011, egli lui e dei suoi colleghi erano stati prigioniero a Tripoli e aveva scritto una lettera in cui diceva che per lui la preghiera era stata la forza.
Foley era cattolico.
Queste sono le parole della lettera che colpiscono:
"Aumentava la preoccupazione per il fatto che le nostre mamme potessero essere in panico. E anche se non avevo pienamente ammesso a me stesso che mia mamma fosse a conoscenza di quello che mi era successo. Mia mamma ha una grande fede e pregavo che sapesse che stavo bene. Pregavo di riuscire a comunicare con lei. Era come mia madre e mia nonna avrebbero pregato (…). Io e Clare (una collega, ndr) iniziammo a pregare ad alta voce. Mi sentivo rinfrancato nel confessare la mia debolezza e la mia speranza insieme e conversando con Dio, piuttosto che stare solo in silenzio.".
James Foley è stato ucciso da quei barbari perché era cristiano.
Quindi, io auspico che Foley sia proclamato martire (testimone della fede) dalla Chiesa cattolica.
Il martire testimonia la fede anche pagando con la vita, ossia facendosi uccidere e non facendosi saltare in aria nelle scuole e nei luoghi pubblici.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento