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domenica 31 agosto 2014

L'Ordine dei Giornalisti non difenda i tagliagole!



Cari amici ed amiche,

Magdi Cristiano Allam ha scritto sul quotidiano "Il Tempo" questo articolo intitolato "L'Ordine dei Giornalisti non difenda i tagliagole":
"In Italia è in atto una strategia volta ad affermare la vittoria dei taglialingue islamici, che inevitabilmente favorirà l'avvento dei tagliagole nel nome di Allah. Proprio mentre di fronte a casa nostra si susseguono le atrocità dei terroristi islamici che esibiscono le teste mozzate come trofei, mentre il ministro dell'Interno Alfano rivela che lì combattono una cinquantina di terroristi islamici con cittadinanza italiana di cui una quarantina sono cristiani convertiti all'islam - che rappresentano solo la punta dell'iceberg nel contesto di una filiera che verosilmente annovera migliaia di estremisti islamici in Italia - mentre il re saudita Abdallah ci avverte che se non sconfiggeremo il terrorismo islamico in Iraq e in Siria entro un mese ce l'avremo dentro casa nostra, accade che il Consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti avvia un processo contro di me per "islamofobia", accogliendo il ricorso dell'avvocato degli estremisti islamici nostrani.
E' gravissimo il fatto che l'Ordine si sia prestato ad una strategia promossa dagli estremisti islamici da oltre un decennio, finalizzata a vietare qualsiasi critica all'islam, al Corano, a Maometto e alla sharia, per legittimare automaticamente e acriticamente le moschee, le scuole coraniche, gli imam, gli enti finanziari ed assistenziali islamici e prossimamente i tribunali sharaitici come succede già in Gran Bretagna. Nel nostro codice non esiste il reato di "islamofobia" ma già il processo di per sé, e ancor di più un 'eventuale mia condanna, rappresentano un precedente che dà sostanza a questo reato, che finirà per vietare di fatto qualsiasi critica all'islam nei mezzi di comunicazione di massa.
Per fare un paragone emblematico, la Carta di Roma sottoscritta nel 2007 dall'Ordine dei giornalisti, dalla Federazione nazionale della stampa e dall'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati il cui portavoce era Laura Boldrini, ha messo al bando l'uso del termine "clandestino", anche se la clandestinità è reato, sostituendolo d'autorità con "migrante"; o una raccomandazione europea che ha vietato l'uso del termine "terroristi islamici", anche se lo sono di fatto, ormai indicati come "jihadisti", "combattenti", "miliziani", "ribelli" o "attivisti" persino quando sgozzano e decapitano.
Fermo restando che l'Ordine dei giornalisti è un retaggio dei regimi autoritari che non esiste in Europa tranne che in Italia e Portogallo e pertanto andrebbe sciolto, che in ogni caso la sua quintessenza dovrebbe essere la salvaguardia della libertà d'espressione, mai e poi mai possiamo accettare che si renda complice della strategia dei taglialingue islamici nostrani
.".

Se dire che c'è il terrorismo islamico e che esso rappresenti un pericolo è "islamafobia", io sono "islamofobo" e non mi pento di ciò.
Anzi, rincaro la dose e rivendico la mia "islamofobia".
Mi denuncino pure ed io dimostrerò che qui in Italia la libertà di parola è andata a farsi friggere.
Io sono solidale con Magdi Cristiano Allam.
Quel processo che l'Ordine dei Giornalisti vuole fare contro di lui è una farsa voluta da una classe dirigente formata da persone senza coraggio.
Non mi sembra razzismo definire "clandestino" un immigrato che viene qui in Italia senza documenti.
Quelli che minacciano lo Stato di Israele e che tagliano le teste dei cristiani in Siria sono terroristi e non possono essere definiti in nessun altro modo.
Coloro che in Iraq marchiano le case con la lettera araba "nun" non sono diversi dai nazisti che marchiavano le case degli ebrei in Germania.
La causa di queste persone è un crimine contro l'umanità.
Vogliamo ammettere ciò?
Vogliamo ammettere che questo permissivismo sta rovinando l'Italia?
Come riporta il quotidiano "La Padania", anche una musulmana come l'ex-deputata del Popolo della Libertà Souad Sbai, qui in Italia si permette agli integralisti di fare ciò che vogliono.
Dunque, come la mettiamo?
Cordiali saluti. 




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