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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 20 agosto 2014

E andiamo in malora! Perché non diventiamo canadesi o australiani?

Cari amici ed amiche,

molte volte, io me la prendo con la mia realtà, Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Roncoferraro è una realtà che ha grandi potenzialità.
Ha un suo patrimonio storico e prodotti agroalimentari di primo livello, dai prodotti di carne suina al riso.
A Roncoferraro si produce l'ottimo riso "Vialone nano".
Eppure, Roncoferraro non riesce a proporsi.
Ora, pare che ci siano anche delle difficoltà per fare conferire la De.C.O. al risotto con le rane.
C'è troppa frammentazione.
Il Comune, i comitati e le varie categorie (come quelle dei risicoltori e dei ristoratori) non fanno squadra.
Anzi, in qualche caso si pestano anche i piedi tra loro.
Noi roncoferraresi non facciamo sistema, com'è stato fatto a Castel d'Ario, ove sono riusciti a dare la Denominazioni Comunale d'Origine al risotto alla pilota, o come nel Veronese, ove sono riusciti a dare l'Indicazione Geografica Protetta al riso "Vialone nano veronese" e a fare conoscere a New York il risotto all'Isolana.
Ora, però, il problema di Roncoferraro è un problema di tutta l'Italia.
Il comparto agricolo italiano è uno dei migliori al mondo.
Produciamo prodotti come il Peperone "Corno di Bue" di Carmagnola, il Salame Mantovano, Prosciutto di Parma, il Prosciutto di Norcia, il Pane di Genzano,  la Mozzarella Fior di Latte, la Mozzarella di Bufala campana, il Pomodoro di Torre Guaceto ed il Caciocavallo Ragusano.
Sono tutti prodotti di ottima qualità che però vanno valorizzati bene.
Qui (e ovviamente mi riferisco anche alla situazione di Roncoferraro) non si è ancora capita una cosa: il mercato è globalizzato.
Non si può più ragionare in piccolo ma si deve pensare che ogni singola realtà sia parte di un sistema.
Quindi, si deve sempre giocare d'attacco.
Oggi c'è una sorta di "darwinismo economico".
Quelle realtà che fanno sistema tra loro (e che si propongono meglio all'esterno) vincono.
Gli altri, che non fanno ciò, soccombono.
Il prodotto deve essere tutelato e proposto fuori e non tenuto all'interno.
Per esempio, la De.C.O al risotto con le rane sarebbe una tutela per questa specialità che potrebbe essere proposta al di fuori di Roncoferraro come piatto tipico di quella zona, senza che altri possano appropriarsene.
Infatti, noi italiani risentiamo molto della concorrenza esterna.
Proprio la questione del riso rappresenta una situazione spinosa.
Infatti, i nostri risicoltori (compresi quelli della mia zona) risentono della concorrenza del riso asiatico.
Riguardo alla questione del riso, apprezzo molto gli interventi dell'europarlamentare Lara Comi che cerca di tutelare il nostro prodotto (per l'appunto il riso) in sede europea.
Oltre a ciò, c'è il falso "Made in Italy".
Il falso "Made in Italy" fa perdere all'Italia ben 60.000.000.000 di Euro all'anno.
Su quattro prodotti "italiani" venduti all'estero tre sono falsi.
Così, ci troviamo ad avere a che fare con una soppressata calabra che è stata prodotta nel New Jersey, con la mozzarella prodotta a Montreal, con il vino "Chianti" prodotto in California o con il formaggio Gorgonzola prodotto in Australia.
Paesi come il Canada o l'Australia tutelano i loro prodotti.
Per esempio, il Canada mette dazi sulle importazioni e propone i suoi prodotti all'estero.
Anzi, secondo l'ICE di Montreal, il Canada avrebbe dazi troppo alti ma (strano a dirsi) esso è un esportatore netto, ossia un Paese che esporta più di quanto importa.
L'Australia fa un ampio marketing sui suoi prodotti agroalimentari.
Essa ha una gamma di prodotti agroalimentari di primissimo ordine, dal manzo Wagyu, ai frutti di mare della Penisola di Mornington all'ottimo agnello, passando per le fragole della Tasmania.
Io ho assaggiato l'agnello importato dall'Australia e debbo dire che (a mio modesto parere) dopo quello nostrano esso è il migliore.
Ha un'ottima carne. La consiglio a tutti.
Avremmo molto da imparare da loro.
Cordiali saluti.







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Ringrazio un caro amico di questa foto.