L'8 febbraio 1587 fu decapitata la regina di Scozia Maria Stuarda.
Dopo essere stata deposta dal trono scozzese (1567) la regina Maria Stuarda visse in prigionia, prima in Scozia e poi, dal 1569, in Inghilterra.
La regina Elisabetta I (sua cugina, 1533-1603) la fece imprigionare.
Al momento della sua esecuzione, in seguito ad un processo (che con ogni probabilità fu una farsa) in cui fu accusata di avere preso parte al complotto di Babington, Maria andò sul patibolo con indosso la veste rossa del martirio.
Il prete protestante lì presente recitava le sue preghiere per la condannata ma Maria recitava le preghiere cattoliche con così tanta forza da fare in modo che le sue non si sentissero.
Poi ella disse: "In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum".
La decapitazione della regina fu dolorosa.
La testa si staccò dopo un secondo colpo di scure da parte del boia.
La testa della regina fu messa alla berlina.
Quando gli esecutori andarono a rimuovere il corpo, la gonna iniziò a muoversi.
Da lì uscì un cagnolino.
Si disse (e ancora oggi si dice) che, quando lo seppe, la regina d'Inghilterra Elisabetta I fosse rimasta inorridita.
La regina, però, morì per la storia ma entrò nel mito.
Ella è tuttora ricordata come martire.
Nel 1603 morì Elisabetta I.
Al suo posto, divenne re d'Inghilterra Giacomo VI (con il nome di Giacomo I, 1567-1625) e si avverò il motto di Maria, che recitava: "En ma Fin gît mon Commencement/ Nella mia fine vi è il mio inizio".
Gli Stuart regnarono in Inghilterra.
Cordiali saluti.
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