Sul giornale "Panorama" vi è un interessante articolo di Antonio Rossitto che è intitolato "Qui piovono poltrone (e soldi) per loro".
Avevo parlato dell'amministrazione regionale siciliana (nell'articolo intitolato "Sicilia, un anno in Crocetta") ed ora vorrei trattare la questione dei Comunui.
L'articolo riporta che il decreto legge nazionale del 2010 che trattava la materia di amministrazioni comunali non fu mai recepito in Sicilia.
Questo decreto prevedeva la riduzione del numero di consiglieri comunali e adeguamento degli stipendi.
Ogni tentativo di normalizzazione si infranse contro l'ostracismo dei deputati regionali che difendevano i loro feudi elettorali nei Comuni dell'isola.
Le parole testuali dell'articolo dicono:
"In continente nei paesini con meno di 1.000 abitanti le regole divergono: sei consiglieri e nessun assessore. In Sicilia di questi microcomuni ce ne sono 30: fanno 180 consiglieri e 120 assessori in più rispetto al dovuto, 300 poltroncine che sono memento di un assioma certo come l'aumento del debito pubblico.
I modesti tagli alla spesa vigenti nel Paese naufragano sempre miseramente tra Scilla e Cariddi di fronte all'inespugnabile difesa fortezza eretta nell'isola: l'autonomia siciliana, che, con sommo sprezzo del ridicolo, rigetta in continente ogni legge, norma o misura che possa limitare le prerogative di ogni ordine e grado".
In pratica, per dirla in parole povere, lo Statuto speciale della Sicilia conferisce alla Regione un forte potere di veto che può bloccare tutte le decisioni prese a Roma.
Così, riportando esempi portati dal giornale, il Comune Cortina (in Provincia di Belluno) ha dieci consiglieri comunali, uno per ogni 620 abitanti.
Invece, il Comune siciliano do Roccafiorita (in Provincia di Messina) ha ben 12 consiglieri comunali, uno per ogni diciannove abitanti.
Il Comune di Roccafiorita conta 226 abitanti, meno del mio Comune, Roncoferraro (in Provincia di Mantova) che conta 7.717 abitanti e che ha il Sindaco e 16 consiglieri Comunali.
Ora, all'amministrazione Comunale di Roncoferraro si possono rimproverare tante cose (dalla strade che in pessime condizioni, alla cattiva condizione dell'illuminazione pubblica e al fallimentare impianto di teleriscaldamento "Fossil Free Energy") ma non si può dire che ci siano dei consiglieri comunali in eccesso.
Inoltre, il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando guadagna 10.100 Euro, ben più del suo omologo di Roma Ignazio Marino.
Il gettone di presenza dei consiglieri comunali a Palermo è pari a 156 Euro, più del doppio di quello che percepiscono i colleghi di Roma.
Eppure, alle elezioni comunali dell'anno scorso, Orlando aveva proclamato: " La mia è una vittoria contro la casta!".
Ricordo che a Palermo vi sono 656.000 abitanti e conta 50 consiglieri comunali, due in più che a Roma, ove vivono 2.649.724 abitanti.
A Siracusa vivono poco più di 120.000 abitanti e conta 40 consiglieri comunali.
Il Comune di Genova ha lo stesso assetto. Peccato che nel capoluogo ligure vivano circa 600.000 persone.
Ci sono Comuni siciliani che sono in dissesto.
E' il caso di Bagheria, in Provincia di Palermo.
Bagheria conta 54.271 abitanti.
Lo stipendio del Sindaco varia dai 3.070 Euro lordi ai 4.386 Euro.
Gli assessori prendono stipendi che variano dai 1.995 ai 2.851 Euro.
Sono cifre non più sostenibili.
Oggi, la Sicilia vive una situazione di dissesto finanziario.
Eppure, essa può tenersi tanta parte degli introiti delle sue tasse.
Questa cosa ha un nome ed un cognome: cattiva politica.
Oggi, ci si deve chiedere se valga la pena di mantenere questo sistema o se creare un vero federalismo in cui le competenze delle Stato e quelle delle Regioni sono ben distinte, il cui principio vale per tutte le Regioni, dal Trentino- Alto Adige alla Sicilia.
Cordiali saluti.
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