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domenica 1 dicembre 2013

La fine dell'Impero Romano d'Occidente



Cari amici ed amiche.

Dopo la morte del Magister Militum Ricimero (472) AD, l'Impero Romano d'Occidente ebbe davanti a sé ancora quattro anni di vita.
Prima di morire, Ricimero fece diventare imperatore Anicio Olibrio (che fu in carica dall'aprile del 472 e morì il 2 novembre 472), l'imperatore che fu chiamato Salus Mundi.
Olibrio fu il genero di Valentiniano III, poiché sposò Placidia, figlia di quest'ultimo di Licia Eudossia e sorella di Eudocia, la nuora del re dei Vandali Genserico.
Per questo, Olibrio fu gradito ai Vandali.
Nel 472, Ricimero morì.
Il posto di quest'ultimo fu preso da suo nipote Gundobado (morto nel 516) e governò di fatto l'Impero Romano d'Occidente.
Nell'autunno del 472, Anicio Olibrio morì e Gundobado fece diventare imperatore Glicerio (430-480).
Gundobado, però, stette per diventare re dei Burgundi, nel 473.
Finché era in Italia, Glicerio (che non era appoggiato dall'Impero Romano d'Oriente né dall'aristocrazia gallo-romana) resse.
Quando Gundobado dovette andare in Gallia, Glicerio venne deposto e divenne vescovo a Salona, nell'attuale Croazia. Era il 474.
Al suo posto, divenne imperatore Giulio Nepote (430-480) il nipote dell'imperatore d'Oriente Leone I il Trace (311-474).
Questi rimase imperatore "de jure" fino alla morte.
Nepote nominò Magister Militum Ecdicio Avito, figlio dell'imperatore Avito.
Intanto, i Visigoti occuparono la Provenza.
Il loro re Eurico, per evitare attacchi dai Romani, cercò un accordo.
Nepote inviò a Tolosa un'ambasciata di esponenti religiosi, tra cui il vescovo Epifanio di Pavia, che con i Visigoti instaurò buoni rapporti. Nel 475, venne inviata una seconda ambasciata che trovò l'accordo.
I Visigoti si presero la città di Alvernia e lasciarono la Provenza.
Meno fortunate furono le trattative con i Vandali, per riavere le Isole Baleari, la Corsica, la Sardegna e la Sicilia.
Avendo già stilato un accordo con l'Impero Romano d'Oriente, i Vandali non ritenevano necessario arrivare a patti con Nepote.
Tuttavia, l'attacco vero fu all'interno.
Il Magister Militum praesentalis Flavio Oreste (morto il 28 agosto 476) agì per deporre Nepote.
Oreste era un romano di origine germanica della Pannonia Savia, le attuali Slovenia e parte della Croazia, e operò come notaio presso la corte del re degli Unni Attila , dal 449 al 452. Dopo la scoperta di un complotto per uccidere Attila, Oreste fu mandato a Costantinopoli.
Nel 475, Giulio Nepote lo nominò Magister Militum praesentalis e fu messo a capo delle truppe romane in Gallia, al posto di Ecdicio Avito.
Oreste, però, si ribellò all'imperatore e, con le truppe mercenarie barbare, lo fece cadere.
Nepote scappò a Salona.
Al tempo dell'imperatore Giulio Nepote, furono coniate monete con le sue effigie a Milano, a Ravenna e a Roma.
L'autorità imperiale era ridotta a poche aree dell'Europa Occidentale: l'Italia e il Dominio di Soissons (i territori che si trovano nel nord della Gallia e che erano in mano al generale Siagrio) in cui vennero coniate monete d'argento.
Deposto Giulio Nepote, Flavio Oreste mise suo figlio Romolo Augustolo (461-511).
Romolo Augustolo era di madre romana, Flavia Serena.
Egli era un adolescente e non aveva alcun potere.
In realtà, a governare fu il padre.
Purtroppo, la situazione peggiorò.
I mercenari barbari, che comprendevano popoli come gli Eruli, i Turcilingi e gli Sciri, non ricevettero più le paghe.
Essi nominarono un capo, Odoacre (433-493).
La situazione degenerò.
Odoacre e le sue truppe barbare si ribellarono.
Flavio Oreste e suo fratello Paolo furono uccisi il 28 agosto 476.
Odoacre depose Romolo Augustolo.
Non lo fece uccidere ma le fece rinchiudere nel Castellum Lucullanum, l'attuale Castel dell'Ovo,  a Napoli.
L'Impero Romano d'Occidente era finito.
Odoacre non usurpò la corona imperiale ma la consegnò all'imperatore d'Oriente Zenone, che lo nominò patrizio.
Roma non ebbe più il suo imperatore.
L'Epoca Antica era finita ed era iniziato il Medio Evo.
Iniziò così un altro capitolo della nostra storia.
Cordiali saluti.



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Ringrazio un caro amico di questa foto.