Alla recita dell'Angelus di oggi, il Santo Padre, Papa Francesco, ha detto:
"Non ci è consentito essere fiacchi e vacillanti di fronte alle difficoltà e alle nostre stesse debolezze. Al contrario, siamo invitati ad irrobustire le mani, a rendere salde le ginocchia, ad avere coraggio e non temere.".
Ringrazio l'amica Stefania Ragaglia, che ha riportato queste parole su Facebook.
Queste frasi valgono particolarmente in questo periodo, il periodo del Natale.
L'attesa del Cristo deve avvenire con la gioia.
Certo, in questo periodo sembra che il Natale non ci sia.
La gente è scoraggiata (per via della crisi e della situazione politica) e non si vedono nemmeno le grandi luminarie.
Il clima di festa è non è neppure percepibile.
La parola "Natale" è sinonimo di speranza.
Come disse il Beato Giovanni Paolo II, non dobbiamo avere paura.
Gesù Cristo non nacque in una comoda casa o in un palazzo.
Egli nacque in una grotta (o in una capanna) usata come stalla.
Festeggiare il Natale significa festeggiare una persona che nacque in una stalla.
Se Cristo, che fu (ed è) Figlio di Dio, nacque in un luogo così povero, nemmeno noi dobbiamo farci scoraggiare dagli avvenimenti che si stanno verificando.
Se non facessimo ciò, non avrebbe più senso festeggiare il Natale.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento