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mercoledì 11 luglio 2018

La "cannabis light" può fare male!

Ringrazio l'amica e collaboratrice Francesca Padovese che mi ha segnalato un articolo di Andrea Zambrano su "La Nuova Bussola Quotidiana" che è intitolato ""Può far male". Smascherate le bugie sulla cannabis light".
Dell'articolo, riporto questo stralcio:

"Mentre i negozi si fregano le mani per il business della cannabis light, arriva lo stop del Consiglio Superiore di Sanità che frena gli entusiasmi sul nuovo "eldorado". "Assenza di monitoraggio e rischi psicotropi a lungo termine". Da qui lo stop e i primi sequestri negli shop. Ma la decisione nasce dai dubbi dell'OMS che la scorsa settimana ha giudicato insufficienti gli studi sul cannabidiol, il principio attivo dell'easy joint. Intanto però l'Italia ha aperto i negozi spacciando per legale un uso ricreativo delle infiorescenze che nemmeno la legge consente".

Non si facciano i paragoni con certi farmaci che derivano da sostanze stupefacenti (come ad esempio la morfina) che vengono usati in medicina.
Le sostanze usate nei farmaci sono trattate.
Ricordo che la farmacopea italiana ammette l'uso di oppio ma il contenuto di morfina deve essere compreso fra il 9,8% ed il 10,2%.
Comunque, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha ritenuto insufficienti gli studi sul cannabidiol, il principio attivo della cannabis light, di cui si vuole consentire la vendita.
Questo è molto importante.
Dunque, se anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso dubbi e perplessità, perché mai gli antiproibizionisti continuano a dire che la cannabis light non fa male?
Non penso che coloro che operano nell'Organizzazione Mondiale della Sanità siano un branco di idioti.
Oltretutto, qui in Italia, anche il Consiglio Superiore della Sanità ha espresso delle perplessità.
Infatti,il Thc, il principio attivo della cannabis light può accumularsi nei tessuti del corpo umano e fare danni.
Oltre a ciò, anche la cannabis light può creare dipendenza. 

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