Secondo i numeri di riportati da "Il Giornale", "nel 2016 si stima che oltre 285.000 italiani abbiano lasciato la loro casa, una cifra vicina all'emigrazione che si registrò nell'immediato dopoguerra. Anche se gli espatri registrati sono «soltanto» 104.000. E tra gli italiani emigrati si calcola siano 39.000 i diplomati e 34.000 i laureati. La loro formazione ha avuto un costo per l'Italia, che investe circa 130.000 euro pro capite per l'intero percorso di studi fino alla laurea".
Purtroppo, qui in Italia non conviene essere diplomati e laureati.
Lo so bene io, che ho un diploma di tecnico di laboratorio chimico-biologico ed una specializzazione post-diploma di tecnico del controllo di qualità, sicurezza ed ambiente.
Giro per varie aziende ma trovo le porte chiuse.
Invece, sono sempre di più le aziende che assumono migranti.
Tra un migrante ed un italiano viene scelto il primo, perché il secondo costa di più e fa valere il suo titolo.
Per questo, qui in Italia non conviene essere diplomati o laureati.
Al contrario, i migranti rappresentano una manodopera a basso costo.
Questo, purtroppo, è quello che serve ad un'Italia che ha rinunziato al lavoro "qualificato" a vantaggio di quello puramente manuale e non specializzato, che (per carità di Dio) serve ma da solo non può garantire lo sviluppo del Paese.
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