Le maschere

Ringrazio l'amica e collaboratrice Silvia Morelli che mi ha portato all'attenzione questa citazione dell'amico e socio Morris Sonnino:
"A volte indosso la maschera della felicità non per proteggere me stesso, ma per proteggere la serenità di chi mi vuole bene...”

Sono perfettamente d'accordo con queste parole ma faccio una piccola aggiunta.

Talvolta, si è costretti ad indossare delle maschere, per non turbare la felicità di chi ci sta vicino.

Questo mi è noto.

Molto spesso, fare vedere agli altri che si hanno dei problemi può turbarli veramente.

Talvolta, si è costretti ad indossare delle maschere per timore.

A volte, dire la verità può portare alla rottura di rapporti.

Altre volte, le maschere vengono affibbiate dagli altri.

Anche questo mi è noto.

Molto spesso, mi sono state attribuite delle cose che (magari) non ho nemmeno fatto, per il semplice fatto di essere simpatico o antipatico agli altri.

Nella storia, le maschere hanno sempre avuto un ruolo importante.

Penso all'Epoca Antica e al teatro greco.

Penso al teatro kabuki, che nacque in Giappone nel XVII secolo.

Penso anche alla Commedia dell'Arte del XVIII secolo.

Molto spesso, la maschera serve a celare la realtà.

Così, tante persone apparentemente buone e gentili nascondono un animo malvagio e pronto ad approfittarsi delle debolezze degli altri.

Penso (ad esempio) ai buonisti che parlano tanto dell'immigrazione e dell'accoglienza ma non lo fanno per buon cuore ma per un interesse di ben altra natura.

Per contro, ci sono anche tante persone apparentemente cattive che (invece) sono pronte ad aiutare il loro prossimo.

Questa è l'ipocrisia.
Di certo, io non cambierò le mie idee per piacere agli altri. Cambiare idea solo per piacere agli altri equivale a vendere la propria anima.
Io debbo piacere per quello che sono.