"Nonostante ci stiamo orientando sempre più verso Nazioni cosmopolite, non è detto che una Popolazione debba perdere le proprie origini, le abitudini e le leggi applicate fino all'arrivo dei migranti, essi non devono sconvolgerne l'esistenza.Dalla cucina, al modo di vestire, di parlare, uno Stato si differenzia da un altro, è questo il lato positivo che arricchisce le nostre conoscenze, senza doverne però dipendere.
È chi entra a far parte di una realtà diversa dalla propria che si deve integrare,
Un conto è il rispetto diversa è l'imposizione.
Si devono creare corsi distinti nell'arco della giornata per fare entrare i nuovi cittadini nel nostro tessuto sociale.
Solo così si potrà evitare di farli sentire diversi".
Ciascun popolo deve difendere la sua identità, pur senza rinunciare all'apertura nei confronti degli altri.
Anzi, difendere la propria identità, i propri simboli e le proprie origini è cosa sacrosanta e doverosa.
Ora, penso a questa Europa, come esempio negativo.
Questa Europa è fallita perché ha rinunziato completamente a difendere le propri radici e la propria storia, che contemplano la cultura greco-romana e quella giudaico-cristiana.
Questa Europa abbatte chiese e campanili, in nome della "laicità".
Così facendo, però, distrugge i simboli della sua identità storica.
Penso anche al Regno Unito, che ha introdotto la Sharia islamica.
La Sharia islamica, però, non c'entra nulla con il diritto britannico, che si fonda sulla Magna Charta Libertatum del 1215, la quale mise insieme il diritto romano, il diritto canonico e quello che fu l'abbozzo del riconoscimento delle libertà individuali.
Un popolo senza identità è come un morto che cammina.
Un popolo senza identità è destinato a morire, perché è destinato a perdere ogni sua caratteristica e ad assumere quelle di altri popoli più attaccati alle loro radici.
Non si può transigere sulla difesa della propria storia, della propria lingua, dei propri usi e del proprio sapere.
Anche il rinnegare tutto ciò, in nome dell'"accoglienza", diventa una forma di razzismo verso sé stessi.
Per questo motivo, Israele è da capire per il fatto di avere dichiarato il proprio Stato ebraico.
Mi sembra che non dovrebbe neppure esserci bisogno di ribadire questo concetto ovvio: quando si va in un Paese ci si adatta e se ne accettano le leggi e le usanze. Questo concetto vale anche per noi
RispondiEliminaChi non è d'accordo faccia le valige e se ne torni da dove è venuto