Sergio Marchionne ha lasciato la dirigenza del gruppo Fiat-Chrysler.
A seguito delle complicanze che si sono verificate dopo un'operazione chirurgica, la salute di Marchionne è peggiorata.
Io ho una grande ammirazione per una persona come lui.
Marchionne è un genio.
Arrivato ai vertici della Fiat nel 2004, egli aveva trovato un'azienda decotta e sull'orlo del fallimento.
Come ha scritto Nicola Porro su "Il Giornale", Marchionne per primo ha capito che l'Italia non sarebbe più stata tra i grandi dell'industria. E si è comportato di conseguenza. Ha mollato, cosa impensabile, la Confindustria; ha snobbato il sindacato. Ha utilizzato la politica, con la stessa furbizia ideologica di Enrico Mattei. Ha estratto più valore possibile da tutto ciò che la lunga storia Fiat gli consegnava: la Ferrari e il lusso, la Maserati e il suo appeal, la 500 e il suo potere iconico. Non è riuscito con Lancia e Alfa. Ha venduto la Fiat alla Chrysler, facendo finta che avvenisse il contrario. Oggi alcune banche d'affari stimano il valore della sola Jeep superiore all'intera Fca. Ha spostato cuore e testa a Londra e Amsterdam. Ha tenuto il minimo indispensabile in Italia. Ha usato la finanza al servizio dell'industria. Ha sradicato marchi dalla Fiat, li ha quotati, senza compromettere il valore della casa madre e creando valore per tutti. Soprattutto per i suoi azionisti.
La cosa che mi piace di più, però, è il modo in cui egli ha letteralmente "bastonato" i sindacati.
Una delle cause di arretratezza del nostro Paese è proprio il sindacato, che è rimasto ad un pensiero ottocentesco dell'"operaio contro il padrone".
Il sindacato a portato solo odio sociale, che ha scoraggiato la libera impresa.
Marchionne ha mandato a quel Paese questo sistema vizioso in cui il sindacato ha contribuito di fatto alla rovina di molte aziende, per ideologia e per il consenso.
Ci vorrebbero almeno altre dieci persone come lui, per scardinare completamente questo sistema e fare dell'Italia un Paese civile e moderno.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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