Prima di cominciare a trattare l'argomento, faccio una mia considerazione, dicendo che ho dei collaboratori fantastici.
Con persone come Francesca, Stephanie Caracciolo, Angelo Fazio, Silvia Morelli e Morris Sonnino posso dire di avere trovato una gran bella squadra.
Non dimentico Francesco Antonio Rossi, con i suoi video sull'Autostrada A2 Salerno-Reggio Calabria.
Meritano tutti un bel ringraziamento.
Ora, tratto l'argomento.
Cinquanta anni fa, Papa Paolo VI scrisse l'Enciclica "Humanae Vitae".
Questa enciclica risponde alle questioni della bioetica e della difesa della vita umana come patrimonio.
Giusto ieri, in televisione, mi è capitato di vedere un episodio de "La casa nella prateria" in cui Albert Ingalls (impersonato da Matthew Laboyrteaux) si è ammalato di leucemia e ha scelto di vivere la vita fino alla fine nel suo villaggio, Walnut Grove, non dando ascolto neppure a sua sorella Laura (impersonata da Melissa Gilbert), che lo voleva vedere a riposo.
Ora, la vita è una cosa che deve essere difesa e valorizzata fino alla fine.
Purtroppo, attualmente sta emergendo una certa "cultura" secondo la quale la vita è tale solo se "produce".
Così, persone come i malati rischiano di essere esclusi.
Da qui nasce la "cultura della morte".
Con la scusa della "morte dignitosa", si vuole applicare l'eutanasia anche a chi non è in grado di decidere per sé stesso.
Penso, ad esempio, a ciò che è accade in Belgio, ove si applica l'eutanasia anche ai minori.
Nel Regno Unito vi è stato il caso di Charlie Gard.
Non si può accettare neppure l'aborto.
Un’enciclica come l'"Humanae Vitae" ha anche valore profetico perché al numero 17 vengono elencate le gravi conseguenze dei metodi di regolazione artificiale della natalità, conseguenze poi tristemente realizzatesi.
Ciò che viene proposto è un qualcosa di certamente impegnativo ma aiuta l’uomo a vivere la sessualità come Dio l’ha intesa, a vivere la Verità sull’amore e sulla trasmissione della vita che porta poi grandi benefici all’uomo, alle coppie, alle famiglie e all’intera società. Le alternative che il mondo propone, se andiamo a vedere in profondità, non sono affatto migliori, anzi hanno portato e continuano a portare molto dolore nel mondo.
Per il mondo, una persona può vivere solo se è ritenuta "produttiva" o "utile", secondo certi "canoni".
Questi "ragionamenti" (se così si possono definire) furono fatti anche da Adolf Hitler.
Pare chiaro che così le cose non vadano bene.
Non si può accettare che una vita sia soppressa perché ritenuta "improduttiva" secondo certi "canoni", a prescindere dal fatto che si professi fede cattolica o meno.
La vita deve essere vissuta e difesa. .
Una vita è sempre utile.
Questi "ragionamenti" (se così si possono definire) furono fatti anche da Adolf Hitler.
Pare chiaro che così le cose non vadano bene.
Non si può accettare che una vita sia soppressa perché ritenuta "improduttiva" secondo certi "canoni", a prescindere dal fatto che si professi fede cattolica o meno.
La vita deve essere vissuta e difesa. .
Una vita è sempre utile.
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