Il 2 aprile 2005, Papa Giovanni Paolo II andò alla casa del Padre.
Dal 27 aprile 2014, egli è agli onori degli altari.
Papa Giovanni Paolo II (al secolo Karol Wojtyla, 18 maggio 1920) fu prima di tutto un grande uomo.
Egli conobbe sia la piaga del nazismo che quella del comunismo.
Ci mise anche in guardia da certi eccessi del capitalismo.
Vi riporto questo stralcio della sua lettera enciclica del 1° maggio 1991 "Centesimus annus":
"La Chiesa riconosce la giusta funzione del profitto, come indicatore del buon andamento dell'azienda: quando un'azienda produce profitto, ciò significa che i fattori produttivi sono stati adeguatamente impiegati ed i corrispettivi bisogni debitamente soddisfatti.
Tuttavia, il profitto non è l'unico indice delle condizioni dell'azienda.
È possibile che i conti siano in ordine ed insieme che gli uomini, che costituiscono il bene più prezioso dell'azienda, siano umiliati e offesi nella loro dignità".
Come tutte le cose umane, il capitalismo non è perfetto ma esso è l'unico sistema possibile.
San Giovanni Paolo II conobbe da vicino l'orrore e la povertà portate dal comunismo.
Bisogna trovare il punto di equilibrio tra il bene dell'azienda, che deve produrre, ed il bene delle persone che vi lavorano.
Le due cose sono inscindibili.
Se l'azienda va bene, le persone al suo interno lavorano, guadagnano e possono andare avanti con le loro vite.
Se le persone che lavorano all'interno dell'azienda stanno bene, l'azienda prospera.
Essendo consci di ciò, tutto può funzionare.
Quanto ci manca questo grande Santo Papa!
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