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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 26 aprile 2018

Una cosa "strana" riguardo alla mia poesia intitolata "Vade retro!"

Vi parlo (di nuovo) della storia dello "Spartito del diavolo" di Lucedio, a Trino Vercellese.
Questa volta, però, l'argomento è una cosa incredibile che riguarda la mia poesia intitolata "Vade retro!".
Rileggete attentamente il testo della mia poesia:

Vade retro!
Tintu!
Tintu!
Tintu!
Domini inimicus...
et hominis...
pì l'Avernus...
vade retro...
pì dû 'Nfernu xhiamma.

Italiano:

Arretra!
Malo!
Malo!
Malo!
Del Signor nemico...
e dell'uomo...
per l'Averno....
torna indietro...
per dell'Inferno fiamma.

Io so del fatto che lo "Spartito del diavolo" sia palindromo e che possa essere suonato anche al contrario.
In quest'ultimo caso, secondo la sinistra leggenda correlata, si evocherebbe la presenza maligna che per cento anni (dal 1684 al 1784) avrebbe fatto danni a Lucedio.
Ora, la mia poesia è stata scritta da me in modo "sperimentale".
Amo scrivere poesie e perciò sperimento.
La poesia in questione è stata scritta sulle note del famoso (o famigerato) spartito, che io ho ascoltato eseguito "per diritto", com'è scritto.
Su Youtube potrete trovarlo.
Io ho ascoltato più volte la melodia e l'ho scomposta e mano a mano che analizzavo i pezzi della musica, scrivevo le parole che mi venivano in mente.
La poesia può essere cantata  con le note dello "Spartito del diavolo".
Premetto una cosa molto importante: io non ho mai ascoltato la versione dello "Spartito del diavolo" eseguita al rovescio.
Sarà per il fatto io sia impressionabile e per il fatto che io sia un cattolico praticante, pur con tutti i miei limiti, io non ho ascoltato lo spartito in questione eseguito al rovescio.
Ancora oggi non so come sia lo "Spartito del diavolo" eseguito al rovescio.
Quando ho finito di comporre la poesia, l'ho guardata e mi sono accorto che essa può essere letta anche partendo dall'ultimo verso.
Ovviamente, i versi debbono essere letti normalmente ma cambiando l'ordine: partendo dall'ultimo ed arrivando al primo.
Ebbene, la poesia mantiene un senso compiuto anche letta al rovescio.
Forse, mi sarò fatto suggestionare?
La cosa mi ha un po' inquietato.
Viste tutte le leggende, io sconsiglio vivamente di eseguire lo "Spartito del diavolo" a rovescio.
La cosa è citata anche nell'articolo correlato alla poesia.
Oltre a ciò, in base agli studi della professoressa Paola Briccarello, esperta di musica antica e liturgica, i primi tre accordi dello "Spartito del diavolo" sarebbero accordi di chiusura di un brano musicale.
Questo è molto strano.
Il sito "Turismo insolito" riporta questa cosa interessante:

"L’associazione TESES (Team Sperimentale Esplorazioni Sotterranee) con il supporto della dott.ssa Paola Briccarello, ricercatrice di scritti di musica antica, ha scoperto che l’andamento grave dei primi tre accordi lascino supporre che siano invece le note conclusive di un tema musicale. Inoltre eseguendo lo spartito palindromo, la composizione ha una melodia ‘fastidiosa’. Se invece si prova ad eseguirla al contrario (da destra verso sinistra, dal basso verso l’alto), acquista un ‘senso armonico’.

Altra prova atta comprovare che si tratti dello spartito maledetto, è quello di analizzarlo tramite i canoni enigmatici, particolari parole sottoforma di anagrammi celati tra le note.
Le tre righe musicali creano infatti, nell’ordine, le seguenti parole:

DIO
FEDE
ABBAZIA

Termini religiosi confortanti, ma se suonati/pronunciati al contrario producono l’effetto opposto.

In questa particolare zona, sembra che le nebbie salgano d’improvviso ammantando ed oscurando ogni cosa; sembra inoltre che di notte compaiano strane luci e strane figure dalle quali bisogna stare lontani.
Avendo pubblicato la foto dello spartito del diavolo, i più temerari potranno tentare di eseguirlo al contrario. Però non vi consiglio di sfidare la sorte: potreste risvegliare e liberare un demone che non vi darà più pace".


Ripeto, non ho ascoltato lo spartito in questione eseguito al rovescio e non so come esso sia suonato in questo modo e (francamente) non mi alletta neppure.
Visto che  è sconsigliato anche pronunciare al contrario l'anagramma celato tra le note di cui parla la professoressa Briccarello, per maggiore sicurezza, sconsiglio di leggere o di cantare la mia poesia al contrario.
Forse, questa leggenda dello "Spartito del diavolo" può avere un fondo di verità.
Si sa che quando potere vengono posti come il fine di tutto (e non come strumenti) e sono bramati come se avessero qualcosa di divino, il denaro ed il potere possono diventare lo "sterco del diavolo" e pur di averli si possono commettere anche dei peccati mortali.
Storicamente, l'abbazia di Lucedio fu sciolta nel 1784 per i dissidi con il vescovo di Casale Monferrato in merito all'elezione dell'abate commendatario.
Analizzando il contesto storico, una cosa del genere fu possibile.
La Chiesa visse una grave crisi nel secolo XVIII, La crisi culminò con la Rivoluzione francese del 1789.
Nella Chiesa di allora ci fu uno scontro di potere pazzesco.
Ricordo gli scontri che ci furono tra giansenisti e molinisti, tra il clero secolare ed i vari ordini religiosi e tra gli stessi ordini religiosi.
Ricordo anche che il 21 luglio 1773 fu soppressa la Compagnia di Gesù.
Ricordo anche i regalismi delle monarchie assolute.
Ricordo anche quello che cercò di fare a Pistoia il locale vescovo Scipione de' Ricci (19 gennaio 1740-27 gennaio 1810) che cercò di fare adottare il giansenismo alla sua diocesi, rischiando di provocare uno scisma da Roma.
Tutto questo avvenne sotto l'attacco molto caustico degli illuministi francesi.
Basti pensare a Voltaire (21 novembre 1694-30 maggio 1778) che si fece chiamare "Christomoque", ossia "derisore di Cristo". 
La vicenda di Lucedio potrebbe essere rientrata in questa situazione...almeno ufficialmente.





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