"Perché non diamo la colpa a noi italiani? Siamo un popolo regionale. Non nazionale come i francesi. Non ci amiamo. Neanche persone dello stesso partito. Prova a far parlare un veneto con un calabrese. Non per il dialetto. Per mentalità. A noi italiani, basta il pallone, il cellulare. La macchina. Lo asseriva la grande Oriana Fallaci. Noi facciamo scioperi. Danneggiano l'economia. I capi, non essendo danneggiati dagli scioperi, ci comandano. Gli altri popoli fanno la rivoluzione. Gli americani si amano. Se muore un soldato in guerra, rischiano la vita, per riprendere il deceduto. Stesso accade in Israele. Gli inglesi i tedeschi tengono alla loro nazione. Noi no. Guardiamo l'orticello nostro".
Mi riconosco in queste parole.
Pur con le sue diversità interne, che sono una ricchezza, l'Italia non ragiona come un Paese unito.
Io sono sempre più disgustato da quanto sta accadendo.
Infatti, il nostro Paese ha a che fare con una crisi politica causata da un partito che alle elezioni ha preso il 32% degli italiani che hanno votato e che crede di parlare per tutto il popolo.
Sto parlando del Movimento 5 Stelle.
Questo è pericoloso.
Oltre a ciò, questo partito pone veti ed attacca un altro partito che è stato votato da cinque milioni di italiani e che fa parte di una coalizione che è stata votata dal 37% degli aventi diritto.
Sto parlando del centrodestra.
Questa coalizione è stata votata come una forza unita ed il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, vuole che essa si divida, facendo un gioco di palazzo.
Io comincio a dubitare che noi italiani meritiamo la democrazia.
Di Maio pone i veti a quel partito votato da 5 milioni di elettori non per una questione programmatica ma per una questione personale verso il leader di quel partito, il presidente Silvio Berlusconi.
Di Maio e soci lo odiano.
L'ultima uscita che gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno fatto è stata l'accostamento del nome del presidente alla trattativa Stato-mafia.
Forse, i pischelli pentastellati ignorano un piccolo particolare: se l'ex-senatore Marcello Dell'Utri fosse stato veramente il trait d'union tra la mafia ed il presidente Berlusconi, quest'ultimo sarebbe stato imputato.
Invece, questo non è accaduto.
Faccio un appunto al leader della Lega e del centrodestra, Matteo Salvini, facendogli notare che a porre i veti per primi sono stati Di Maio e soci e non il presidente Berlusconi e Forza Italia.
Lo spettacolo che si sta vedendo in questi giorni è davvero deprimente.
Forse, qualcuno potrebbe rivalutare Mario Monti ed il governo eterodiretto da Bruxelles.
Anzi, ci meritiamo Mario Monti.
Sia chiaro, non faccio apologia di Monti (il cui governo ha fatto tanti danni) ma voglio fare notare che noi italiani siamo bravi a farci male, con questa visione della politica fondata sul rancore e non sulla volontà di costruire qualcosa.
Forse, noi non meritiamo la democrazia.
Sono disgustata, non dal comportamento di Di Maio che non mi stupisce, ma dal comportamento di Salvini che è sempre stato sordo davanti agli insulti che il M5s ha rivolto a Berlusconi.
RispondiEliminaBerlusconi rimane col cdx, io avrei rotto l'alleanza
Per la Trattativa stato Mafia su facebook ti allego un post che dice come i governi Berlusconi hanno fatto contro la Mafia più di tutti i governi di 70 anni di DC e DC sostenuta da PCI
Rompere l'alleanza sarebbe controproducente per tutti.
RispondiEliminaForza Italia ha preso cinque milioni di voti ma quanti ne ha persi?
Sul territorio, il partito non c'è.
Da sola, la Lega ha il 17% e a fronte del 32% del Movimento 5 Stelle sarebbe la "ruota di scorta".
Io penso che in politica conti di più il "non detto".
Magari, Salvini avrà dato la sua solidarietà al presidente Berlusconi a telecamere spente, per non dare alibi al Movimento 5 Stelle.