Oggi, Roma celebra il 2.771 anno di fondazione.
Quando penso a Roma, provo una grande tristezza e mi viene in mente il brano dell'opera di Luigi Pirandello "Il fu Mattia Pascal", in cui il protagonista, nei panni di Adriano Meis, si trovò a Roma e si confrontò con il signore che lo ospitava, il signor Anselmo Paleari, che faceva i suoi discorsi di teosofia e che gli disse che Roma fu trasformata in acquasantiera dai Papi e gli italiani del Regno d'Italia ne fecero un portacenere.
Ora, io penso che si stia andando anche peggio.
Gli italiani del Regno d'Italia fecero di Roma un portacenere e quelli di questa generazione ne hanno un bidone delle immondizie.
Quando penso che Roma, già capitale di un impero, città con la più antica comunità ebraica, cuore della cattolicità e capitale del nostro Paese, penso ad una nobile decaduta.
Vedo le vestigia dell'antico impero e quelle della cristianità ma vedo anche il degrado.
Vedo i campi rom e le immondizie.
Io provo una grande tristezza.
I grandi imperatori romani, i grandi papi e le grandi personalità legate a Roma si stanno rivoltando nella tomba.
Questa antica capitale è lo specchio di un Paese che sta andando a catafascio e che (forse) non ama sé stesso.
Aggiungici le strade ridotte a percorso ad ostacoli pericoloso soprattutto la sera e quando piove, il verde pubblico ridotto a selva pericolosa, alberi che cadono per mancanza di cura, malfattori di ogni genere, zingari e immigrati che usano le fontanelle per fare i bisogni
RispondiEliminaOvviamente poi ci sono animali di ogni specie, dai topi ai serpentelli, dai maiali a cinghiali, ecc.
RispondiEliminaNon ho voluto infierire. Certo, la nostra capitale è in una situazione molto triste.
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