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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 20 aprile 2018

Dategli il ciuccio, parte II

Ribadisco quanto scritto ieri: qualcuno dia un ciuccio a Luigi Di Maio, che ieri ha continuato a dimostrare la sua immaturità.
Comunque, battute a parte, io penso che Di Maio ed il suo Movimento 5 Stelle siano inconcludenti, irresponsabili ed anche pericolosi.
Essere per la democrazia e cercare di rispettare il mandato dato dagli elettori è una cosa e seguire i più beceri umori  di una certa parte della piazza è un'altra.
L'articolo de "Il Giornale" intitolato "La giornata del bluff M5S, Luigi si arrende al Movimento" ha questo stralcio interessante:

"Della giornata di ieri, dunque, restano piuttosto le sfumature, che pure sono importanti. E che raccontano un Di Maio decisamente meno tranchant nei toni verso il centrodestra. Così morbido da arrivare a dire che il problema di dar vita ad un esecutivo con Berlusconi e Meloni è che sarebbe a rischio «la tenuta del movimento». Nessuna invettiva contro il Cavaliere, nessuna pregiudiziale sui programmi, ma un ragionamento più ampio - e più vago - sui costi politici di un eventuale tavolo a quattro. D'altra parte, nella telefonata di prima mattina con Salvini il leader pentastellato aveva mostrato evidenti aperture. Anche lui, infatti, inizia a sentire il fiato sul collo di una fase post voto ormai arrivata al giorno 47, con tutto ciò che questo comporta a partire dal rischio di essere risucchiato nelle logiche della vecchia politica. Per non parlare della possibilità concreta che il Quirinale possa affidare il prossimo incarico esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico, esponente di punta del M5s che di fatto rischierebbe di andargli a «pestare i piedi». Di qui l'apertura a Salvini, riportata dal leader della Lega sia a Berlusconi che alla Meloni, al punto che i due avevano davvero iniziato a pensare si potesse aprire un dialogo. Finito contro il muro dei soliti veti, perché già solo decidere chi si sarebbe dovuto sedere al tavolo del programma del futuro governo è stato motivo di incomprensioni e tensioni. Di Maio ha sperato che il leader di Forza Italia si accontentasse di sostenere il governo senza farne parte e Berlusconi ha risposto «no, grazie» escludendo qualsiasi ipotesi di appoggio esterno. Una soluzione che lo stesso Di Maio - a testimonianza di quanto sia difficile il momento - è arrivato a chiedere esplicitamente: «Posso accettare il sostegno esterno di Forza Italia e FdI, ma ci sono dei limiti oltre i quali non posso andare».".

Qui sta il male del Movimento 5 Stelle: pur di dare ragione a tutti ed avere il maggiore consenso possibile, si cade nella contraddizione.
Mi spiego meglio: il Movimento 5 Stelle è nato come movimento di protesta. 
Quindi, esso punta a contestare gli altri ed avere i consensi delle parti più disparate, dalla destra estrema alla sinistra estrema.
Logicamente, se si sedesse al tavolo con Forza Italia ed il presidente Berlusconi, Di Maio perderebbe il consenso degli elettori di sinistra che l'hanno votato, proprio per ostilità verso Forza Italia, il presidente Berlusconi ed il centrodestra.
A Di Maio e soci interessano solo il consenso e la poltrona e questo è davvero deludente.
Oltre ad essere deludente, questo gioco del Movimento 5 Stelle è anche pericoloso.
I dati dell'economia sono allarmanti.
Il PIL pro-capite degli iberici è di 38.286 dollari contro i 38.140,3 nostrani.
Gli spagnoli sono più ricchi di noi.
Inoltre, non vi è neppure una politica estera ben definita, il che non è un bel segnale, anche di fronte ad una situazione internazionale turbolenta.
Basti pensare alla situazione in Siria e alle minacce che i terroristi palestinesi lanciano ad Israele. 
Mentre tutto ciò accade, Di Maio pensa solo ad una cosa: la poltrona. 

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".