Dell'articolo, riporto questo stralcio:
"Adesso Grillo spiega: «Io canalizzo la rabbia in un movimento popolare, che poi va e governa. Dovrebbero ringraziarci uno per uno». Poi aggiunge: «Se falliamo in Italia si rischiano violenze di piazza. Se crolliamo noi, le violenze in strada arriveranno. Metà della popolazione non ne può più». Per Grillo «tutto è nato in Italia: il fascismo, le banche, abbiamo inventato il debito e anche la mafia. Se da qui non parte un'ondata di violenza è grazie al movimento».
Non risparmia la stoccata ai giornalisti. Soprattutto a quelli del piccolo schermo. Secondo il comico i conduttori tv sono pagati dai partiti per praticare un «lavoro di sputtanamento» ai danni dei 5 Stelle. Così scrive sul suo blog: «Nel libro di Jack London "Zanna bianca" una lupa attrae ogni notte un cane da slitta nella foresta. Chi cede al richiamo viene condotto lontano dal fuoco e divorato da un branco di lupi appostati in attesa nella neve. Nel dopo elezioni la tecnica dei conduttori televisivi, dipendenti a tempo pieno di pdl e pdmenoelle, è simile. Il loro obiettivo è, con voce suadente - incalza Grillo - sbranare pubblicamente ogni simpatizzante o eletto del M5S e dimostrare al pubblico a casa che l'intervistato è, nell'ordine, ignorante, impreparato, fuori dalla realtà, sbracato, ingenuo, incapace di intendere e di volere, inaffidabile, incompetente. Oppure va dimostrato il teorema che l'intervistato è vicino al pdmenoelle, governativo, ribelle alla linea sconclusionata di Grillo, assennato, bersaniano".
Queste parole di Beppe Grillo sono attuali ancora oggi.
Ricordiamoci di queste parole e riflettiamo sull'attuale atteggiamento del candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, il quale pone veti e condizioni senza avere preso la maggioranza alle elezioni del 4 marzo scorso.
Questa gente non ha idea di cosa sia la democrazia.
Anzi, Luigi Di Maio mi spaventa quando dice di parlare "in nome del popolo".
Infatti, a parlare "in nome del popolo" erano altri soggetti del secolo scorso.
Un partito con senso di responsabilità, a fronte della situazione attuale, che non vede nessuna maggioranza, dovrebbe sedersi al tavolo con tutti gli altri alla pari e cercare una soluzione.
Invece, Di Maio e soci pongono veti e (di fatto) dicono: "O noi o l'Apocalisse!".
Questo atteggiamento non è certo responsabile e non è democratico e riflette esattamente il pensiero di Grillo.
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