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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 4 aprile 2018

Foibe, si deve parlare!

Oggi a Padova si presenta il libro che parla delle foibe distribuito col Giornale.
Per il Comune era un pericolo fascista.
Perché la sinistra non accetta di confrontarsi riguardo a questo tema?
Ora, la sinistra bolla noi di destra come "fascisti".
Certo, qualcuno dovrebbe insegnare a questi signori della della sinistra il significato delle parole "destra" e "fascismo".
Destra e fascismo sono due cose diverse.
Comunque, i post-fascisti fecero il loro percorso di confronto con la storia e oggi sono pienamente riabilitati.
Del resto, Augusto De Marsanich, uno dei fondatori del Movimento Sociale Italiano, disse: "Non rinnegare, non restaurare".
Invece, questa sinistra ancora troppo legata al comunismo continua a non volersi confrontare con la storia.
Ora, quanto accadde in Venezia Giulia, in Istria e in Dalmazia non fu diverso dalla Shoah, almeno nel significato.
La Shoah e l'eccidio delle foibe furono due crimini della stessa natura.
Come i nazisti cercarono di eliminare gli ebrei con i lager, così i comunisti jugoslavi di Tito cercarono di eliminare gli italiani che da secoli stavano in Istria, in Venezia Giulia ed in Dalmazia.
La Shoah e l'eccidio delle foibe furono due genocidi.
Questo deve essere preso come un dato di fatto.
Su "La Civetta", rivista dell'Associazione Culturale "Pensiero e Tradizione" di Mantova con cui collaboro, ho scritto un articolo intitolato "Perché qui in Italia non c'è una memoria condivisa?". 
Dell'articolo, che potrà essere letto nel numero pubblicato il 21 marzo scorso, riporto questo stralcio:

"Ora, faccio un parallelismo con la storia inglese.

Oggi, la Chiesa cattolica nel Regno Unito è rispettata e collabora con Scotland Yard nella lotta alla tratta degli schiavi.

Però, dal 1534 (anno in cui re Enrico VIII fece votare dal Parlamento l'Atto di Supremazia) al 1829 (anno in cui ci fu l'Editto di Emancipazione) per i cattolici inglesi ci furono periodi duri, periodi che oggi sembrano superati.

Riguardo a ciò, deve essere notata una cosa.

Da ambo le parti, ci furono delle analisi della storia ed un riconoscimento degli errori.

La Chiesa cattolica fece una grande opera con Papi come San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II.

Dall'altra parte, anche gli anglicani fecero un'opera di riconoscimento dei loro errori e cercarono di porre rimedio ad essi.

Per esempio, nel 2007, il vescovo anglicano di Truro, Bill Ind, fece una profonda opera di autocritica, condannando quanto accadde nel 1549, quando i cattolici del Devon e della Cornovaglia furono massacrati dall'esercito inglese perché si rivoltarono contro la politica di imposizione del protestantesimo intrapresa dal Lord Protettore, il I duca di Somerset Edward Seymour (1506-22 gennaio 1552), il quale governava per conto del minorenne re Edoardo VI (12 ottobre 1537-6 luglio 1553).

Andando indietro, dopo il 1829, i cattolici riebbero i diritti e molti furono gli anglicani che li aiutarono a ricostruire i santuari soppressi secoli prima.

Nel 1977 e nel 1995, la regina Elisabetta II visitò la cattedrale di Westminster, la cattedrale primaziale della Chiesa cattolica in Inghilterra ed in Galles. Questa chiesa è anche il santuario di San Giovanni Southworth (1592-28 giugno 1654), il quale fu martirizzato durante il periodo di dittatura puritana di Oliver Cromwell.

Si pensi anche alle visite della regina Elisabetta II ai Papi, come anche a quelle di questi ultimi alla corona britannica.

La Chiesa anglicana canonizzò i martiri cattolici San Giovanni Fisher e San Tommaso Moro, i quale furono decapitati, rispettivamente, nel 22 giugno e nel 6 luglio 1535.

Pensiamo anche all'opera di pacificazione intrapresa in Irlanda da San Giovanni Paolo II a partire dal 1979.

Egli cercò un dialogo con i vescovi anglicani per rimettere pace tra protestanti e cattolici nell'isola.

Alla fine, si arrivò agli Accordi del Venerdì Santo, che furono siglati nel 1998.

Da esempi simili si poté partire per avere una memoria condivisa.

Qui in Italia, invece, la memoria condivisa non c'è perché vi è una parte che non accetta il dialogo e che non riconosce i suoi errori.

Per esempio, ancora oggi, in certi ambienti, è difficile parlare degli italiani uccisi nelle foibe.

Tra questi, mi viene in mente Norma Cossetto, la studentessa istriana che fu stuprata, uccisa e buttata nelle foibe dai partigiani comunisti jugoslavi il 4 o il 5 ottobre 1943.

Quale fu la sua colpa?

La sua colpa fu l'essere italiana.

Si può dire che i partigiani comunisti jugoslavi fecero un crimine, con la compiacenza di quelli italiani?

La risposta è affermativa.
".

Il caso delle foibe è il paradigma di ciò.
Una parte riconobbe i suoi errori e l'altra continuò ad andare avanti con la sua spocchia.
Questo impedisce di avere una memoria condivisa e sono pronto a scommettere che il prossimo 25 aprile sarà il giorno della discordia, com'è sempre stato.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".