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mercoledì 3 gennaio 2018

Il presepe non si tocca! Parola di padre Ezio Foglia




In questo mio video sul mio canale Youtube parlo del presepe, rifacendomi ad un articolo scritto da Matteo Vincenzi su "La Voce di Mantova" .
Conosco personalmente Matteo Vincenzi, che è una persona a modo e, da bravo giornalista, sa anche scrivere molto bene.
L'articolo parla di padre Ezio Foglia, parroco di Barbassolo, borgo del Comune di Roncoferraro, in Provincia di Mantova. Padre Ezio è venuto a mancare l'anno scorso, all'età di 94 anni.
Egli è stato un parroco molto attivo.
Pensiamo ai convegni sulla medicina da lui fatti organizzare nella sua parrocchia, per per la cronaca è intitolata ai Santi Cosma e Damiano, due santi medici.
Dell'articolo di Vincenzi, riporto questo stralcio:

"Egli ha sempre promosso anche dal pulpito la realizzazione del presepio non solo nei luoghi religiosi ma anche nelle singole abitazioni "perché", diceva, "esporre la Natività nella propria casa è qualcosa che arricchisce e fa bene alle famiglie". E perché il viaggio da Nazareth a Betlemme rappresenta il cuore della fede cristiana. E non ce ne vorrà se nel 2012 ci confidò di volere dedicare il presepe "ai provati dal dramma del terremoto". Un evento che lo toccò molto da vicino, lui che conosceva bene il distretto sismico della pianura padana emiliano-mantovana".

Ora, quando vedo il presepe con barconi di migranti o (peggio) con gente con il turbante islamico che inneggia a Maometto, io resto indisposto.
Sono stato tenero.
Il presepe è il simbolo della nostra fede, di un Dio che si fece uomo in Cristo e che scelse di vivere tra noi.
Oltretutto, Gesù e la Sacra Famiglia non furono migranti o profughi.
San Giuseppe e la Vergine Maria si misero in viaggio per fare un censimento...nella loro terra.
Peggio ancora è quello che sta accadendo in certe chiese.
In alcune chiese in Inghilterra, per esempio, si celebra Maometto in certe liturgie.
Questo è inaccettabile.
Maometto non c'entra nulla con noi cristiani.
Per noi, egli è da ricordare come un personaggio storico.
Non è né un patriarca né un profeta.
Anzi, celebrare Maometto, significa negare la natura divina di Gesù.
Per il Corano, Gesù è un profeta.
Oltretutto, il Gesù coranico non ha niente da spartire con nostro Signore.
Questo fu scritto da Magdi Cristiano Allam, un ex-musulmano.
Purtroppo, tra di noi c'è gente che ha un "senso di colpa smodato" verso gli altri e che "in nome dell'accoglienza" arriva a togliere i nostri simboli.
Questo è inaccettabile.
Noi non dobbiamo sentirci in colpa verso nessuno.
Ricordo che anche gli Arabi fecero del colonialismo e che nel Corano ci sono espressione contro gli ebrei e noi.
Sia chiaro, non voglio essere razzista (anche perché penso che ci siano musulmani perbene e che il problema non sia rappresentato dai singoli musulmani ma dall'Islam come sistema di vita) ma non voglio neppure essere "politicamente corretto" e negare il fatto che ci sia un'islamizzazione a marcia lenta della nostra società.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".