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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 16 gennaio 2018

I grillini ed il loro dominus

Su "Panorama" vi è un articolo di Claudio Martelli che è intitolato "I grillini e il loro padrone".
Tra le insofferenze del fondatore Beppe Grillo e i programmi "a la carte" del premier designato Luigi Di Maio, per i 5 Stelle che entreranno in Parlamento c'è una certezza: la sudditanza (persino economica) al sistema Rousseau.
Quindi, la sudditanza dei 5 Stelle sarà a Beppe Grillo e a Davide Casaleggio.
Oramai, la cosa è nota.
I futuri parlamentari del Movimento 5 Stelle saranno degli "Yes man" nei confronti del "dominus" Beppe Grillo, persone che non si opporranno.
In pratica, il Movimento 5 Stelle sarà un partito senza dialettica interna.
Dell'articolo, riporto questo stralcio:



"Ora, in vista delle elezioni il Grillo garante, forse stanco forse annoiato forse timoroso che la libertà di pensiero possa contagiare i futuri eletti, ha impresso una nuova stretta ancora più autoritaria.

Senza sorprese, capo politico è stato nominato il trentunenne Luigi Di Maio il più svelto e il più trasformista della brigata.

È di Pomigliano ma è talmente senza radici che potrebbe essere nato ovunque. Ha annusato tanti mestieri ma non ne conosce nessuno, nemmeno quello di vice presidente della Camera ruolo regalatogli - indovinate da chi? - a ventisei anni. Manco Napoleone Bonaparte.

Rimandato in sintassi italiana e geografia politica, è purtuttavia il candidato premier del movimento e così vestito a nuovo traduce in politichese la rivoluzione 5 Stelle.

Pur di imbucarsi nei salotti buoni ha già accantonato le vecchie parole d'ordine: Alleanze? "Con chiunque ci sta".

Referendum sull'euro? "Voterei sì, ma non è detto che lo facciamo".

Jobs Act? "Abrogato".

Articolo 18? "Restaurato".

Reddito di cittadinanza? "Solo ai poveri".

Per non essere da meno di altri candidati annuncia 100 miliardi di spese in più da coprire con tagli alla Cottarelli o - che differenza fa? - aumentando il disavanzo e il debito
.".

Nella seconda ipotesi, ossia con l'aumento di disavanzo, si dovranno fare salire le tasse.
Dunque, se vincesse il Movimento 5 Stelle, noi dovremmo aspettarci un'imposta patrimoniale.
Avete capito?
Così facendo, nessuno investirà più nel nostro Paese...ed i disoccupati aumenteranno.


3 commenti:

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".