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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 27 gennaio 2018

Non si piangano gli ebrei morti...insultando quelli vivi

Leggete l'articolo di Niram Ferretti su "L'Informale" che è intitolato "Come piangere gli ebrei di ieri e odiare quelli di oggi".
Riporto questo stralcio dell'articolo:

"Il Giorno della Memoria, di cui domani si celebrerà la ricorrenza è ormai da tempo un rito in cui, con somma e paludata ipocrisia si ricorda la sgomentevole realtà della Shoah, e si dimentica quella inquietante del presente. La retorica sui fatti che dovrebbero servire da perenne ammonimento stride di fronte alla realtà di oggi, in cui l’antisemitismo non osa più come una volta nascondere il proprio volto. Con il trascorrere del tempo e l’allontanamento progressivo nel passato del genocidio degli ebrei, si allentano i freni che consentono di sdoganare pulsioni e intolleranze di cui ci si vergogna sempre meno. Mentre si commemorano i morti uccisi industrialmente dal nazismo, l’occidente riscopre il proprio antisemitismo.

Nel suo opus magnum, A lethal Obsession, Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad, Robert S, Wistrich, uno dei più grandi studiosi del fenomeno scriveva:

“Dal 2005, c’è stata una rilevante crescita in incidenti antisemiti in giro per il mondo, specialmente in Australia, in Sud Africa, Canada, Argentina e in Gran Bretagna…La specificità etnica dei perpetratori è particolarmente interessante. In Gran Bretagna tra coloro che vennero identificati è stato stimato che nel 2007 il 53 per cento dei partecipanti ad azioni antisemite erano bianchi, il 27 per cento asiatici e arabi e il 13 per cento neri…Il trend è continuato nel 2008 con un totale di 541 incidenti di natura antisemita, una diminuzione del 4 per cento rispetto all’anno precedente.".


Questo è un paradosso.
Noi, oggi, celebriamo il Giorno della Memoria.
Piangiamo (giustamente) per gli ebrei morti nella Shoah.
Tra questi, va ricordato pure il bisnonno del mio amico e socio Morris Sonnino.
Però, mentre si piangono gli ebrei morti nella Shoah, si attaccano quelli vivi, quelli che nello Stato di Israele combattono contro i terroristi islamici che li minacciano.
Questo è il paradosso.
L'Europa di oggi, che tanto piange per gli ebrei morti nella Shoah, è anche la stessa che sostiene regimi che negano questo genocidio.
Pensiamo alla sedicente Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen.
Pensiamo anche all'Iran.
Questo è davvero un paradosso.
Il rischio è la trasformazione in qualcosa di museale della Shoah.
In poche parole, la Shoah rischia di diventare roba da museo, con tutti i suoi riti atti a commemorarla,  mentre essa deve essere un monito perché certi pessimi sentimenti non sono ancora estinti.
L'antisemitismo è ancora presente, sotto forma di antisionismo.
L'ostilità verso Israele è la nuova forma di antisemitismo.
Israele è visto dai neonazisti come lo Stato degli ebrei "nemici dell'umanità" e dai comunisti come "la longa manus degli USA sul Medio Oriente".
Gli uni e gli altri vanno a braccetto con gli islamisti, i quali negano la Shoah ed odiano gli ebrei.
Questo problemi è ben presente in Europa ma l'Europa lo ignora.


1 commento:

  1. E' proprio quello che succede sempre più frequentemente ai giorni nostri: si sta dalla parte dei nemici di Israele salvo lavarsi fuggevolmente la coscienza il giorno della memoria

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".