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sabato 27 gennaio 2018

Il Göring dal cuore buono

Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio che mi ha portato all'attenzione questo stralcio di un articolo de "Il Corriere della Sera" del 28 novembre 1998:
"BERLINO - La sua unica colpa fu di portare quel cognome. Ma anche le cose buone della sua vita non sarebbero state possibili se si fosse chiamato in altro modo. E c'è voluto più di mezzo secolo perché qualcuno scovasse la verità su Albert Göring. E scoprisse che accanto alla "lista Schindler" esiste anche una "lista Göring". Göring come Hermann Göring, feroce maresciallo del Reich e, soprattutto,suo fratello. Ironia della più grande tragedia del secolo: protetto dall'ombra del potente gerarca, Albert usò per anni la magia e i contatti del suo nome per mettere in salvo ebrei e oppositori del regime. Un altro Oskar Schindler, insomma, simile all'eroe immortalato da Spielberg. È il magazine dell'autorevole "Süddeutsche Zeitung" a ricostruire la vita di Albert, in un lungo articolo di Adam LeBor. Nel "Public Record Office", l'archivio statale britannico, LeBor ha trovato i documenti del fascicolo SOE, Special Operation Executive, l'unità creata da Churchill durante la guerra per condurre operazioni oltre le linee nemiche. Testimonianze dirette, lettere, protocolli di interrogatori condotti dagli ufficiali del SOE dove l'incredibile missione compiuta dal fratello del gerarca nazista viene raccontata nei dettagli. Di più, LeBor è riuscito a rintracciare i figli di alcune delle persone aiutate. Che si trovasse a Vienna, a Roma o a Bucarest, prima del 1939 e in pieno conflitto, Albert Göring riuscì a far liberare esponenti della resistenza ceca, portò in salvo in Romania un oppositore del nazismo probabilmente sotto gli occhi del famigerato Reinhard Heydrick, aprì perfino un conto in Svizzera per aiutare profughi ed ebrei in fuga. E fino alla fine riuscì sempre a trovare l'appoggio del fratello. Era l'esatto opposto di quest'ultimo, fisicamente, Albert. Scuro di capelli e di carnagione quando l'altro era biondo e germanico. Al punto che LeBor nutre più di un sospetto che fosse figlio del giudice Hermann von Epstein, padrino suo e del fratello. "Quando i nazisti invasero Vienna - racconta George Pilzer, figlio di Oskar, proprietario di un'azienda cinematografica dove Albert lavorò come direttore - la nostra casa fu assalita e mio padre fu subito messo in carcere. Albert era suo amico e si precipitò alla Gestapo: lo liberarono il pomeriggio stesso". Anche il celebre compositore di operette Franz Lehar appartiene alla "lista Göring". E fu proprio questo l'aiuto che avrebbe salvato Albert. Per due anni, dopo il 1945, gli alleati lo tennero infatti in carcere. Poi, nel campo prigionia di Darmstadt, un ufficiale, Viktor Parker, testimoniò personalmente che Lehar era stato aiutato da Albert. Ma fu soltanto nel 1947, in Cecoslovacchia, grazie alle testimonianze dei suoi colleghi della Skoda, dove aveva lavorato, che Albert venne liberato. È morto nel 1966 ma, fino a oggi, nessuno storico dell'Olocausto, nessun centro di ricerca avevano mai dato ad Albert Göring ciò che gli spetta".

Si può parlare di due fratelli che fecero cose molto diverse.
Quello a noi più noto fu Hermann (12 gennaio 1893-15 ottobre 1946) che fu un criminale nazista che provocò la morte di tante persone innocenti.
L'altro, invece, fu Albert (9 marzo 1895-20 dicembre 1966) che invece salvò la vita a tanti ebrei e che non fu mai nazista.
Questi due fratelli furono così diversi da non sembrare neppure tali.
Hermann fu un militare divenuto obeso e dedito alla droga che divenne ministro del criminale governo di Hitler.
Albert, invece, si diede da fare per aiutare gli ebrei e gli oppositori al regime nazista, sfruttando proprio il fatto di essere un Göring.
Talvolta, egli agì con la protezione del fratello.
Questi due fratelli furono le due facce della stessa medaglia.
I destini furono diversi.
Crollato il regime nazista, l'8 maggio 1945, Hermann si consegnò agli americani.
Fu processato a Norimberga e fu condannato a morte.
Egli, per non farsi mancare nulla nella sua condotta viziosa, si suicidò il 15 ottobre 1946, inghiottendo una capsula di cianuro che fu introdotta nella sua cella.
Anche Albert fu interrogato nel Processo di Norimberga ma ebbe testimonianze in favore per il bene che fece.
Fu arrestato anche nell'allora Cecoslovacchia, ove lavorò per la "Skoda" ma anche qui fu rilasciato e la sua attività anti-nazista divenne nota.
Tornato in Germania, Albert non riuscì mai a trovare un lavoro decente, per via del cognome, quello stesso cognome che (per assurdo) durante il nazismo gli permise di portare avanti la sua attività contro il regime.
Visse con un tenore di vita basso, lavorando come scrittore occasionale e traduttore.
Prima di morire, egli sposò la governante, per gratitudine. Le fece avere la pensione.
Morì senza che le sue attività contro il nazismo fossero state riconosciute.
Ora, vogliamo dare ad Albert Göring questo riconoscimento?
Egli fu un Göring ma fu un Göring dal cuore buono.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".