Essa risale al 27 dicembre.
Ne riporto uno stralcio:
"Se ci si dedica a ragionar bene, non è difficile rendersi conto che la perfetta uguaglianza fra individui è un assurdo; basta pensare all'uomo in giovanissima età, quando ancora è bambino e ancora non è stato traviato o distorto da concetti che si potrebbero definire a sfondo politico: la prima parola che il bimbo pronuncia è “mamma”, la seconda, subito dopo, mettendo le manine sulla cosa che qualcuno gli vuol togliere, è “mio”. Perché proprietà e possesso sono insite nella natura umana e in tutto ciò che la vita dona o sottrae, così come insito nella natura umana è il desiderio di progredire nel disporre di beni e benessere. Ingiusto invece e altrettanto assurdo è non riuscire a far nulla per appianare intollerabili sperequazioni da parte di chi governa, di fronte alla fame, di fronte al freddo, di fronte all'opzione della mano tesa ai migranti e non ai cittadini che hanno lavorato e pagato le tasse e che poi lo Stato dimentica, proprio magari per favorire bande di stupratori e assassini appena arrivati col barcone".
All'autore della lettera consiglio una lettura: il libro del professore Plinio Correa de Oliveira "Rivoluzione e Controrivoluzione".
In esso vi sono contenuti interessanti.
Che il comunismo sia contro natura è ovvio.
Questo non lo dico io. Lo dicono i fatti.
Il comunismo è di per sé inapplicabile, poiché ogni uomo ha proprie ambizioni ed un proprio pensiero.
Ogni uomo ha anche proprie caratteristiche.
Quindi, per riuscire ad applicare il sistema comunista, ogni uomo deve mortificare sé stesso e rinnegare il proprio talento, quel talento che (parlando da cattolico quale io sono) Dio gli diede.
Questo genera una sola cosa: la mediocrità.
Ovunque ha preso il potere, il comunismo ha portato tanta povertà, tanta morte ed anche tanta mediocrità.
Le sue idee sono fondate anche sull'odio sociale.
Dall'odio non nasce nulla di buono.
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