ringrazio il mio amico e collaboratore Angelo Fazio dello spunto.
Egli mi ha portato all'attenzione queste parole del politologo, orientalista e accademico francese Gilles Kepel:
"In città come Birmingham o Manchester sono i consigli della sharia che gestiscono la vita dei musulmani. I britannici speravano di comprare così la pace sociale. Ma gli attentati di Westminster e di Manchester hanno suonato la campana a morto su questa illusione".
Io penso che un grande personaggio inglese quale fu San Tommaso Moro (1478-1535) abbia tutto il diritto di rivoltarsi nella tomba.
Forse, se fosse vivo oggi, anche re Enrico VIII (1491-1547) avrebbe il sacrosanto diritto di essere incavolato, per la piega che il suo Paese sta prendendo.
Nel suo Paese, infatti, si è permesso alla sharia di prendere piede.
Questo è stato fatto "in nome dell'integrazione".
Di fatto, si sta uccidendo un grande Paese che per lungo tempo è stato un faro della civiltà.
Questo cancro (in altro modo non si può definire) sta crescendo perché "in nome dell'integrazione" si è permesso di tutto e sono stati abiurati i valori fondanti di una nazione.
Oggi, si paga il prezzo di ciò.
Dobbiamo ammettere che il modello attuale di integrazione è fallito.
Non a caso ho citato San Tommaso Moro, il quale venne messo a morte da re Enrico VIII nel difendere la sua libertà di coscienza.
Nel Regno Unito di oggi si sta permettendo ad una "civiltà della morte" di prendere piede e di uccidere quella libertà di coscienza che quel grande santo avvocato e politico difese fino a rimetterci la vita terrena.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento