l'imprenditore Flavio Briatore ha la lingua lunga.
Egli ha la lingua lunga e spesso dice anche delle fesserie.
L'ultima di queste riguarda la Sicilia.
Egli ha detto:
"Io non credo che uno per la cultura va in vacanza in Sicilia, Calabria, Puglia o Sardegna, uno va in questi posti perché c'è un mare fantastico e ristoranti dove si mangia molto bene".
Briatore non è nuovo a certe uscite infelici verso il Sud Italia e verso la Sicilia.
Ora, se io lo avessi di fronte, gli direi che quando parla della Sicilia farebbe meglio a sciacquarsi la bocca.
Per Briatore, in Sicilia non ci sarebbe cultura.
Bene, lo smentisco subito.
Ricordo, per esempio, che la nostra bella lingua italiana deve molto alla Sicilia.
Infatti, Dante Alighieri, il padre della nostra amata lingua, si rifece alla Scuola Poetica Siciliana dell'Imperatore Federico II di Svevia.
Inoltre, la Sicilia ha molti legami storici con grandi Paesi come l'Inghilterra.
Per esempio, una persona che visita la cattedrale di Canterbury troverà nella cripta tanti particolari architettonici delle chiese siciliane di epoca normanna.
Del resto, da sempre la Sicilia esercitò un fascino sul popolo albionico.
Pensiamo al Beato John Henry Newman, il quale soggiornò nell'isola.
Volete che vada avanti?
Messina fu il porto da cui partirono le Crociate e la Battaglia di Lepanto.
Il barocco siciliano è apprezzato in tutto il mondo.
Dunque, Briatore la pianti di dire fesserie.
Vada a visitare, per esempio, i templi di Agrigento o i monumenti barocchi di Noto.
Sarà anche un grande imprenditore ma in fatto di cultura non eccelle.
Cordiali saluti.
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