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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 25 maggio 2017

La questione del pacifismo



Cari amici ed amiche,

sul pacifismo, vi riporto questo stralcio del libro del professor Plinio Correa de Oliveira (1908-1995) "Rivoluzione e controrivoluzione":
"Carattere pacifista e antimilitarista della Rivoluzione 
Ciò che abbiamo esposto nel capitolo precedente ci fa comprendere facilmente il carattere pacifista, e quindi antimilitarista, della Rivoluzione. 
1. La scienza abolirà le guerre, le forze armate e la polizia 
Nel paradiso tecnico della Rivoluzione, la pace deve essere perpetua. Infatti la scienza dimostra che la guerra è un male. E la tecnica riesce a evitare tutte le cause di guerra. Da ciò una fondamentale incompatibilità tra la Rivoluzione e le forze armate, che dovranno essere completamente abolite. Nella Repubblica Universale vi sarà soltanto una polizia, finché i progressi della scienza e della tecnica non giungeranno a eliminare il crimine. 
2. Incompatibilità dottrinale tra la Rivoluzione e la divisa.
La divisa, con la sua semplice presenza, afferma implicitamente alcune verità, alquanto generiche, senza dubbio, ma di natura certamente contro-rivoluzionaria: 
1) L'esistenza di valori superiori alla vita e per i quali si deve morire, il che è contrario alla mentalità socialista, tutta fatta di orrore per il rischio e per il dolore, di adorazione della sicurezza, e di grandissimo attaccamento alla vita terrena. 
2) L'esistenza di una morale, perché la condizione militare è totalmente fondata su ideali di onore, di forza posta al servizio del bene e rivolta contro il male, ecc. 

3. Il "temperamento" della Rivoluzione è ostile alla vita militare 
Infine, tra la Rivoluzione e lo spirito militare vi è una antipatia di "temperamento". La Rivoluzione, finché non ha in mano tutte le redini, è verbosa, intrigante, declamatoria. A ciò che potremmo chiamare il temperamento attuale della Rivoluzione, riesce sgradito vedere risolte le cose in modo diretto, drastico, secco, more militari. "Attuale", sottolineiamo, per fare riferimento alla Rivoluzione nello stadio in cui si trova fra noi. Poiché non vi è nulla di più dispotico e crudele della Rivoluzione quando è onnipotente: la Russia ne offre un esempio eloquente. Ma anche qui la divergenza sussiste, posto che lo spirito militare è cosa ben diversa dallo spirito di carnefice.  ".

Io sono un estimatore del professor Plinio Correa de Oliveira, un grande pensatore cattolico.
Faccio una riflessione guardando all'oggi.
Certi miei correligionari mi citano l'enciclica di San Giovanni XXIII "Pacem in Terris", per giustificare una loro posizione pacifista.
Ora, io rispondo che l'enciclica in questione non abroga la precedente posizione della Chiesa in merito alla guerra.
La Chiesa non ha mai promosso la guerra ma nel contempo la ammette in certi casi, come scrisse San Tommaso d'Aquino (1225-1274), il quale si ispirò a Sant'Agostino d'Ippona (354-430).
Se così non fosse, i soldati morti in guerra non dovrebbero nemmeno ricevere una sepoltura cristiana.
La realtà è diversa.
In certi casi, la guerra diventa lecita.
Per esempio, quando c'è una minaccia che incombe su un Paese quel Paese dovrà pur difendersi.
L'enciclica "Pacem in Terris" integra quanto scritto prima e non lo abroga.
Certamente, noi dobbiamo cercare la pace.
Non siamo mica come i terroristi islamici.
Però, la pace può esserci solo se ci sono certe condizioni.
Lo stesso discorso vale per l'attuale questione del terrorismo.
Chi pensa di sconfiggere il terrorismo islamico con i gessetti colorati, con foto listate a lutto sui social-network o con le "marce della pace" fa solo un ragionamento utopico.
Dall'altra parte c'è gente che ci fa la guerra e che non ha a cuore la vita, tanto da arrivare a farsi saltare in aria per uccidere altra gente.
Noi dobbiamo renderci conto di ciò.
Quindi, servono misure dure.
Per esempio, una moschea radicalizzata va chiusa.
Bisogna pretendere da chi viene a vivere con noi la massima integrazione.
Chi non rispetta la nostra cultura, i nostri valori, i nostri usi ed i nostri costumi non può stare con noi.
Spero di essere stato chiaro.
Cordiali saluti.



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".