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sabato 15 ottobre 2016

Posso dire che Dario Fo non mi piaceva? Parte III



Cari amici ed amiche,

continuano gli attacchi contro di me riguardo alle mie parole su Dario Fo.
Leggete il mio articolo riguardo a Dario Fo e agli ebrei, quello sul caso Mattei e quello intitolato "Posso dire che Dario Fo non mi piaceva?".
Ora, io rispondo alla persona che mi ha attaccato con l'articolo de "Il Giornale" che parla dei pessimi rapporti tra Fo e la scrittrice e giornalista Oriana Fallaci. L'articolo è di Giuseppe De Lorenzo.
Riporto integralmente il testo:

"Tra Oriana Fallaci e Dario Fo non correva buon sangue. Negli anni si scambiarono diverse accuse, il primo barricato su posizioni no-global, la seconda sempre controcorrente.

Alla scrittrice fiorentina non piaceva «come giullare» e come autore «l'ho sempre bocciato». Inoltre fu lei a denunciarne il facile conformismo: «fascista nero» durante il Ventennio e «fascista rosso» quando essere di sinistra andava di moda.

La scintilla che fece scattare l'astio tra i due fu l'accusa che la moglie del drammaturgo rivolse alla Fallaci di fronte alla massa di no-global che nel 2002 invasero Firenze. In un articolo sul Corriere della Sera, Oriana aveva invitato suoi concittadini a dissociarsi dagli antagonisti violenti. Franca Rame e il premio Nobel dal palco la definirono una «terrorista». Nell'archivio storico di Panorama è possibile recuperare alcuni passaggi di una intervista alla scrittrice, raccolti in un lungo articolo dal titolo Oriana Fallaci risponde. «Franca Rame - le fece notare Riccardo Mazzoni - le ha dato della terrorista». «Già - rispose la giornalista - Dinanzi alla Basilica di Santa Croce, dal palcoscenico del comizio che ha aperto l'oceanico raduno. Sicché, quando la sua discepola cioè quella delle caricature è andata alla Fortezza da Basso con l'elmetto in testa, molti bravi-ragazzi l'hanno scambiata per me. Si son messi a ulularle Lercia terrorista, lercia terrorista. Del resto il marito della summenzionata ha detto che a Firenze io volevo i carri armati».

La Fallaci disse di provare «disprezzo» per i coniugi Fo e «una specie di pena, perché v'era un che di penoso in quei due vecchi che per piacere ai giovani radunati in piazza si sgolavano e si sbracciavano sul palcoscenico montato dinanzi a Santa Croce». In loro non vedeva dignità, mancanza di cui trovò conferma quando scoprì che Fo vestì la camicia nera della Rsi. «Sono rimasta sorpresa - disse - io che parlo sempre di fascisti rossi e di fascisti neri. Io che non mi sorprendo mai di nulla e non batto ciglio se vengo a sapere che prima d'essere un fascista rosso uno è stato un fascista nero, prima d'essere un fascista nero uno è stato un fascista rosso. E mentre lo fissavo sorpresa ho rivisto mio padre che nel 1944 venne torturato proprio da quelli della Repubblica di Salò. M'è calata una nebbia sugli occhi e mi sono chiesta come avrebbe reagito mio padre a vedere sua figlia oltraggiata e calunniata in pubblico da uno che era appartenuto alla Repubblica di Salò. Da un camerata di quelli che lo avevano fracassato di botte, bruciacchiato con le scariche elettriche e le sigarette, reso quasi completamente sdentato. Irriconoscibile. Talmente irriconoscibile che, quando ci fu permesso di vederlo e andammo a visitarlo nel carcere di via Ghibellina, credetti che si trattasse d'uno sconosciuto. Confusa rimasi lì a pensare chi è quest'uomo, chi è quest'uomo e lui mormorò tutto avvilito: Oriana, non mi saluti nemmeno?. L'ho rivisto in quelle condizioni, sì e mi son detta: Povero babbo. Meno male che non li ascolti, non soffri. Meno male che sei morto»
.".

Ora, faccio un appunto.
Quelli che la pensano come il signore che mi ha attaccato (accusandomi di "inquinare le acque" e di "infangare una persona morta da poco") sono le stesse persone che (per esempio) infangano la figura di San Giovanni Paolo II, per la storiella di una presunta connivenza con Pinochet.
Nel 1987, San Giovanni Paolo II andò in Cile e venne ripreso sulla balconata al fianco del presidente (o meglio dittatore) Augusto Pinochet.
In realtà, il Papa criticò Pinochet e non voleva farsi riprendere con lui.
Purtroppo, il protocollo del regime impose il contrario.
Per questa storia, che è stata smentita dai fatti, contro San Giovanni Paolo II si lanciano secchiate di fango.
Le prove dicono che la storiella dei rapporti tra San Giovanni Paolo II e Pinochet non sono vere e non ci sono.
Eppure, i soliti detrattori (animati da odio verso la Chiesa e da un'ideologia malata) gettano fango e sterco su una figura nobile e santa qual era (ed è, visto la sua canonizzazione) San Giovanni Paolo II.
Invece, quello che riguarda Dario Fo è documentato.
Anche le frasi sugli ebrei sono documentate.
Vi invito a leggere un articolo del giornale "Moked" che parla di Dario Fo.
Dell'articolo, riporto questo pezzo:

"Muore Dario Fo, e l’Italia è in lutto. Manifestazioni di cordoglio a tutti i livelli: dai palazzi istituzionali al teatro, dalle elite del pensiero alla gente comune. Sui social network e sui siti di informazione rimbalzano le sue interpretazioni più celebri, le molte risate intelligenti che seppe suscitare spesso in coppia con Franca Rame.Ma le ombre non si diradano.
Il passato da repubblichino, condiviso con molti esponenti del mondo della cultura, del giornalismo e della politica che hanno fatto in seguito una scelta differente, è una macchia lontana. Le sue posizioni di odio verso Israele e gli ebrei, affermate anche in una recente intervista sul quotidiano La Repubblica, sono invece un fatto decisamente attuale. “Non puoi diventare il beatificatore degli ebrei e non fare cenno alle loro brutalità contro chi segue altre religioni, come accade oggi” ebbe a dire Fo, nel febbraio scorso, riferendosi alla recente trasposizione televisiva dei Dieci Comandamenti da parte di Benigni.
".

Avete capito?
La persona che mi ha attaccato mi ha accusato di "inquinare le acque" e di "infangare una persona morta da poco".
Fo va giudicato per quello che ha prodotto, senza fare delle "santificazioni" dettate dall'ideologia o da un certo pietismo.
Dario Fo sarà stato un artista talentuoso ma su di lui ci sono state delle ombre.
La morte non è come una lavandaia che cancella le opere fatte da una persona quando era in vita, nel bene e nel male.
Se fosse così, anche i peggiori personaggi della nostra storia sarebbero riqualificati ed i grandi personaggi che bene hanno fatto sarebbero dimenticati.
In realtà, così non è.
Lo scrivo senza rancore personale.
Da cristiano, dico (almeno a chi vorrà farlo) di pregare per lui.
Cordiali saluti.


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Ringrazio un caro amico di questa foto.