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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 6 ottobre 2016

Moriremo di ipocrisia, la parola a Vito Schepisi



Cari amici ed amiche,

l'amico Vito Schepisi (nella foto) mi ha portato all'attenzione questo suo testo:
"Ogni tanto una notizia sugli episodi di violenza, su un’aggressione o sullo stupro di una donna passa in tv e sulle pagine dei giornali. Fa scalpore, indigna, crea rabbia, infiamma un dibattito, richiama la necessità della prevenzione e del controllo del Territorio. Poi passano i giorni e tutto finisce là. Non se ne parla più. Si dimentica tutto e in video e sulla carta stampata tornano a prevalere: l'indignazione verso il cosiddetto populismo; l’oziosa discussione sul pericolo razzista; il dovere umanitario dell'accoglienza; la commozione dinanzi a quegli sfortunati che perdono la vita nell’avventurosa traversata per raggiungere il nostro Paese; le parole di umanità e di pietà del Papa e quelle della necessità etica dell’accoglienza del Presidente della Cei. Non manca niente in Italia. Succede di tutto. Oramai le nostre città sono invase da decine di migliaia di stranieri che cercano la fortuna che non hanno trovato nei loro paesi. Alcuni fuggono dall’orrore e dalle guerre, ma i più sono alla ricerca di avventure e di facili occasioni di vita. Tra di loro criminali e violenti che vivono di espedienti e di furti, che violentano le nostre donne o che vanno a ingrossare le fila della malavita organizzata. Portano le loro abitudini, la loro cultura, la loro fede religiosa. C’è chi lo fa in modo umile e chi, invece, arrogante. C’è chi prega il suo Dio e c’è chi fomenta rivalse storiche, ataviche vendette, odi ancestrali. Prima di lasciare i loro paesi si sono informati. Hanno saputo che la democrazia dell’occidente indebolisce la determinazione repressiva delle forze dell’ordine e rallenta il corso della giustizia. Hanno saputo che in Italia i diritti dei prepotenti prevalgono sui doveri e che chi grida dalla parte “corretta” ha sempre ragione. Sporcizia, degrado, disagi, timore e senso d’impotenza sono gli ingredienti della nuova realtà con cui siamo costretti a convivere. Per anni siamo stati bombardati da un refrain che ci era apparso forzato e retorico sulla “qualità della vita”. Ora non è il presunto populismo, non è l’indole becera dei reazionari, non è il rigurgito della destra ignorante, ma è la realtà che stride con i buoni propositi. Non sono gli “ismi” della canea del disprezzo che offuscano le speranze e il futuro, ma è il dramma di una sostanziale insipienza che ha tradotto in tragicommedia l’incoscienza nell’alimentare illusioni. In Tv e sui giornali, negli articoli e nei dibattiti si chiede di cambiare tutto. Tuttalpiù, però, cambiano i nomi delle cooperative di gestione nel gioco degli interessi mafiosi, perché, per parafrasare Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. E tutto rimane com’era nelle strade delle nostre città. L’Unione Europea continua a bacchettarci a destra e a manca sulla gestione dei conti, sulle riforme, sul debito, sul Pil, sugli aiuti di Stato, sulla gestione degli immigrati, su quella dei rifiuti, sui tempi della giustizia, sulle quote latte, sulla misura dei gusci dei mitili. Sull’invasione dei migranti, sul degrado etico e sulla trasformazione sociale dei paesi europei, sul diffondersi del terrorismo, sulla difesa dei territori nazionali, sull’identità dei popoli e sulla difesa della nostra civiltà, l’Europa, invece, tace. Per tutto il resto, è come un disco rotto che riparte da capo e che ci ripropone sempre lo stesso ritornello, con gli stessi ineffabili protagonisti e con la stessa melensa musica, mentre sui pericoli e sulla necessità di trovare le sinergie per tutelare i confini e la sua storia, l’Europa tace. Avvolta nella sua ipocrisia, l’Europa è muta come una tomba. Non se ne può più, come non se ne può più di sopportare la retorica in tonalità fiorentina di un novello Ghino di Tacco che mentre ci spoglia di tutto, ci riempie di chiacchiere. Non se ne può più di un “brigante” che millanta successi, mentre trucca le carte; che impone sacrifici e chiede pazienza, mentre dissipa i nostri soldi; che si accanisce su anziani e malati, mentre affida mitragliate di incarichi e di prebende a servi ed amici. Moriremo d’ipocrisia perché la democrazia senza libertà e senza la coscienza dell’identità di un popolo è dannosa come una balla di paglia usata per ostacolare l’avanzata del fuoco. 
Vito Schepisi".

Ora, in primis, esprimo un giudizio sul caso della ragazza australiana stuprata a Roma da un immigrato romeno.
Fa molto rumore il silenzio della sindachessa Virginia Raggi su questa vicenda.
In secondo luogo, noi dobbiamo avere il coraggio di ammettere che questa immigrazione incontrollata sta facendo aumentare certi reati.
Certi politici dicono che ciò non è vero e che i reati diminuiscono.
Si affidano a certe statistiche per avvalorare le loro tesi.
Non è che forse in tanti non denuncino certi reati operati da immigrati perché sanno che la giustizia non funziona?
Cerchiamo di non essere ipocriti, per favore!
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.