Cari amici ed amiche,
secondo i sondaggi più recenti, il "no" a questa riforma che si voterà il 4 dicembre resterebbe in vantaggio ma il "sì" sarebbe in rimonta.
Questo è dovuto al fatto che gli indecisi stiano scegliendo di votare "sì".
La cosa è stata riportata ieri nella trasmissione "Porta a Porta".
Questo dovrà farci riflettere.
Senza polemiche, vorrei condividere l'idea che ho di questa riforma.
Io voterò "no" ma il mio "no" non è legato tanto all'essere pro o contro il premier Matteo Renzi.
Certo, io non sono un fan di quest'ultimo ma il fatto che egli non mi piaccia non deriva solo dalla riforma costituzionale in questione.
Pensiamo alla politica economica, che è deludente. Nella mia zona, Roncoferraro (Mantova) le aziende continuano a chiudere. Sono tartassate dal fisco.
Ora entro nel merito.
Il primo punto della questione riguarda il Senato.
Questa riforma, se passasse al referendum, supererebbe solo parzialmente il bicameralismo paritario e sostituirebbe l'attuale Senato con uno costituito da consiglieri regionali e sindaci. Essi diventerebbero senatori senza l'elezione da parte del popolo.
Nei fatti, il "nuovo" Senato continuerebbe ad avere larghi poteri, come quello di approvare le leggi costituzionali e la ratifica dei trattati di appartenenza dell'Italia all'Unione Europea. Di fatto, non ci sarebbe un vero superamento del bicameralismo paritario.
Questo sarebbe rischioso perché un Senato del genere non avrebbe una composizione stabile.
Infatti, le Regioni non rinnovano le loro Giunte ed i loro Consigli nello stesso momento e una Giunta di una Regione o un sindaco può sempre cadere e in tal caso (dopo nuove elezioni) quella Regione o quel Comune potrebbe avere un'amministrazione di segno politico diverso.
Quindi, cambierebbe la composizione del Senato.
Si rischierebbe la "palude" perché potrebbe esserci un Senato di orientamento diverso rispetto a quello della Camera dei Deputati.
Non si sarebbe potuto abolire il Senato?
Inoltre, tutti noi vogliamo un'Italia più governabile, cosa a cui questa riforma (purtroppo) non porta.
Essa non introduce il vincolo di mandato, che, se ci fosse, impedirebbe il fenomeno del trasformismo.
Un altro punto riguarda le Regioni.
Questa riforma toglierà i poteri alle Regioni a statuto ordinario ma manterrà i privilegi di quelle a statuto speciale.
Così, una Regione come la Sicilia continuerà ad avere i suoi problemi e l'Alto Adige continuerà ad avere la spesa pubblica più alta in Italia.
Tra l'altro, per avere i consensi a tale riforma dai partiti altoatesini di lingua tedesca, Renzi ha concesso alla Provincia Autonoma di Bolzano di togliere molti toponimi italiani a molte località di quella zona.
L'Alto Adige (o Provincia Autonoma di Bolzano) è in Italia.
Questa riforma rischia di creare degli squilibri.
Non si sarebbe potuto fare una bella riforma in senso federale in cui tutte le Regioni avrebbero avuto gli stessi poteri?
Al Governo centrale resterebbero competenze esclusive come la politica estera, la difesa, la politica monetaria, la politica energetica, la promozione del turismo nazionale all'estero e la politica inerente alle grandi opere.
Il resto sarebbe competenza esclusiva delle Regioni, le quali si assumerebbero onori ed oneri di ciò.
Queste competenze sarebbero così per tutte le Regioni.
Per questo motivo, io voterò "no".
Termino con un "appunto" al centrodestra, il quale non dovrebbe "delegare" troppo la campagna per il "no" a Marco Travaglio, al Movimento 5 Stelle, a Sinistra Italiana o a Massimo D'Alema (che sono altro rispetto al centrodestra e che hanno altri obiettivi) e non dovrebbe agire solo sull'onda dell'anti-renzismo.
Per questo motivo, io voterò "no".
Termino con un "appunto" al centrodestra, il quale non dovrebbe "delegare" troppo la campagna per il "no" a Marco Travaglio, al Movimento 5 Stelle, a Sinistra Italiana o a Massimo D'Alema (che sono altro rispetto al centrodestra e che hanno altri obiettivi) e non dovrebbe agire solo sull'onda dell'anti-renzismo.
Ora, torno dove ho iniziato.
Ho iniziato dicendo che il "sì" sarebbe in rimonta.
Il motivo è dovuto al fatto che il centrodestra non si stia esponendo tanto per il "no", "delegando" di fatto la campagna per il "no" al Movimento 5 Stelle, a Marco Travaglio, a Massimo D'Alema, e a Sinistra Italiana.
Questo non va bene e sta favorendo il "sì" nel trend.
Renzi ed i suoi stanno facendo una campagna martellante per il "sì".
Da "no" si sente la voce solo di chi non vuole proporre un'alternativa di riforma ma di chi agisce per ripicca personale o per mantenere lo status quo.
Il centrodestra, invece, dovrebbe formulare una proposta di riforma basata sui cardini di un vero presidenzialismo, del federalismo e di un vero superamento del bicameralismo paritario, cose che ha sempre propugnato.
Il centrodestra dovrebbe scendere in piazza e cominciare a picchiare duro contro questa riforma.
Cordiali saluti.
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