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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 15 marzo 2016

Siamo di fronte ad una rottura della Chiesa?

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo del quotidiano "Libero" che è intitolato "Socci sui primi tre anni di Francesco: "Occhio, che cosa sta per crollare"".
L'articolo è stato scritto da Antonio Socci (nella foto).
Di esso riporto questo stralcio:

"A tre anni dall’elezione di papa Bergoglio, sia i suoi sfegatati sostenitori, sia i suoi critici, sono d’accordo su un punto: egli rappresenta una rottura nella millenaria storia della Chiesa. Su questo c’è unanimità.

Molti però ignorano che la Chiesa - per la sua divina costituzione - non può avere rotture nella sua tradizione magisteriale.

Deve restare sempre fedele al «depositum fidei» ricevuto da Gesù Cristo e contenuto nella Sacra Scrittura: il Papa è servo della verità rivelata, non padrone. Non può mutarla o disporne a suo arbitrio, altrimenti decade dal papato. O sarebbe l’apostasia e la fine stessa della Chiesa Cattolica.

È proprio in mezzo a questo vertiginoso guado - fra una rottura radicale, che pare continuamente vagheggiata, e la paura di compiere lo strappo ufficiale - che sembra trovarsi oggi il pontificato di Bergoglio. La sua ambiguità, da Giano bifronte, ha indotto Newsweek a fare la celebre copertina: «Is the Pope Catholic?» (il Papa è cattolico?). Su nessun altro Pontefice si è mai potuta porre una domanda così inquietante. D’altra parte lo stesso Bergoglio nel 2013 dichiarò a Scalfari: «Non esiste un Dio cattolico».

Quell’intervista svelò il personaggio. Ross Douthat, sul New York Times, nei giorni del Sinodo 2015, ha firmato un editoriale («Il complotto per cambiare il cattolicesimo») dove scriveva: «In questo momento il primo cospiratore è il papa stesso. Lo scopo di Francesco è semplice: egli favorisce la proposta dei cardinali liberal» cioè «un cambiamento di dottrina».

Però, al Sinodo, Bergoglio è finito in minoranza, com’era accaduto già a quello del 2014 e al Concistoro. Dunque ora la patata bollente è tutta nelle sue mani perché se nell’Esortazione post-sinodale sulla famiglia, che firmerà il 19 marzo, per tirare le conclusioni, volesse davvero sancire l’ufficiale cambiamento di dottrina - ovvero il tradimento del Vangelo - non potrebbe nascondersi dietro al mandato del Sinodo (che non c’è stato), ma dovrebbe metterci la sua sola firma e assumersi - davanti a Dio e agli uomini - la responsabilità personale di una rottura che può diventare un tragico scisma. Se non lo farà potrebbe esplodere la delusione dei suoi sostenitori modernisti. Che già sobbollono.

Per esempio, Vito Mancuso sulla Repubblica dice: «Il problema di questo pontificato è che alla radicalità dei gesti non corrisponde quella del governo (…). La fortissima popolarità di Francesco, in particolare nel primo periodo, poteva consentirgli scelte di maggiore coraggio (…). Io temo l’effetto boomerang. Ci è apparso come un papa che avrebbe cambiato tutto, e invece è quasi tutto fermo».

Mancuso rimprovera a Bergoglio di non aver fatto subito un blitz rivoluzionario, cosa che ha permesso ai cattolici di capirne i pericoli e organizzare la resistenza Mancuso gli chiede di decidere da che parte buttarsi. In effetti con Bergoglio il vecchio modernismo cerca l’assalto finale alla Chiesa: l’ideologia postconciliare del ’68 si sta giocando tutto per appropriarsi della Chiesa e ridurla a cimitero «politically correct».

E la resistenza più forte, a difesa della Chiesa di Cristo, viene proprio dai giovani cresciuti con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Se papa Bergoglio non ha fatto il «colpo» nei primi mesi, come auspicava Mancuso, probabilmente è proprio per la presenza silenziosa e carismatica del «papa emerito», la cui autorevolezza ha frenato e intimidito lo spirito rivoluzionario.

Nel corso dei mesi, in effetti, di fronte al Bergoglio che civetta con i nemici della Chiesa, fino a esaltare la Bonino e Napolitano, il Bergoglio che accantona l’insegnamento della Chiesa fissandosi solo sugli immigrati (fino a esaltare i «benefici» di un’«invasione araba dell’Europa»), il Bergoglio che arringa il Centro sociale Leoncavallo e disprezza il Family day - il popolo cristiano si è raffreddato con lui.

Mancuso riconosce che «c’è stato un netto calo di fedeli alle udienze del 2015 rispetto al 2014. E anche il Giubileo non sta andando come previsto. Nella Chiesa Cattolica stanno aumentando di intensità due forze diametralmente opposte: gli innovatori come me, e chi invece chiede di tornare alla “sana tradizione”. Una caratteristica diffusa soprattutto tra i giovani sacerdoti. Il Papa sta al centro».".

Personalmente, io faccio parte della seconda corrente citata da Mancuso.
Per quanto possa essere il capo visibile della Chiesa cattolica e (per questo motivo) infallibile, anche il Papa è soggetto alle Scritture e alla Tradizione della Chiesa, la quale dalle Scritture scaturisce.
Gesù Cristo costituì Simone, il quale divenne San Pietro, come "pietra su cui dette fondamento alla Sua Chiesa".
Il Papa è successore di San Pietro e (per questo motivo) egli Vicario di Cristo sulla Terra.
Tuttavia, il Papa non può stravolgere la Tradizione della Chiesa per "farla piacere al mondo".
Ricordo che, se fosse piaciuto al mondo, Gesù Cristo non sarebbe stato crocifisso.
Se il Papa stravolgesse la Tradizione della Chiesa per rendere quest'ultima "gradita al mondo", egli causerebbe una rottura dentro la Chiesa stessa e tradirebbe il suo mandato di successore di San Pietro.
Mi ricordo di Papa Benedetto XVI (oggi Papa emerito) che in un suo discorso disse che per il bene bisogna anche dire dei no.
Una Chiesa che dice sì ad ogni cosa che questo mondo dice o fa non è una Chiesa che fa il suo mestiere.
Una Chiesa che, per esempio, inizia ad abolire le feste dei santi e che dice che le processioni a loro dedicate non servono a nulla non è una Chiesa che compie il suo magistero.
Una Chiesa che inizia a dire che bisogna benedire anche le unioni tra persone dello stesso (cosa che qualche prelato in Germania vuole fare) non è una Chiesa che fa il suo dovere.
Quindi, stiamo bene attenti!
Cordiali saluti.


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Ringrazio un caro amico di questa foto.