Cristo davanti a Caifa, Giotto (1303-1305), Cappella degli Scrovegni di Padova |
Cari amici ed amiche,
oggi è il Venerdì Santo, giorno della passione e morte di Cristo.
Ora, in passato, nella liturgia, si usava questa locuzione latina: "Oremus et pro perfidis Judaeis".
In italiano, essa significa: "Preghiamo anche per i perfidi Giudei".
Questa locuzione fu in vigore dal VI secolo AD fino all'inizio del Concilio Vaticano II, 1962-1965.
In origine, questa locuzione voleva indicare i Giudei increduli, ossia i Giudei che non credettero in Gesù Cristo.
Soltanto poi, questa espressione assunse un carattere offensivo, poiché da movimento interno all'Ebraismo antico, il Cristianesimo si trasformò in una religione vera e propria e si formò in ambiente anti-giudaico.
Con il Concilio Vaticano II, questa locuzione venne abolita e si ristabilì ciò che fu una verità: senza Ebraismo non ci sarebbe stato il Cristianesimo.
Nel 1970, la locuzione fu sostituita con questa preghiera:
"Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza. Dio Onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della Redenzione".
Termino con questa mia poesia un po' "provocatoria":
Misericordia pro Caiphas
Sì, sacerdos Iudaeorum qui fuit...
Caiphas...qui a decider mosse del Cristo la morte...
ché nullo saper di quel qui fe' ebbe...
com'Ille disse su la Croce...
come iusta qui sia la misericordia...
come sancta 'ntra Iudaei et Gentiles qui sia amicitia...
per tale presule...a promanar da gnuno ch'abbia da le praecordia.
Cordiali saluti.
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