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giovedì 3 marzo 2016

La pizza sia riconosciuta Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO

Cari amici ed amiche,

con grande orgoglio, sosterrò la petizione in difesa della pizza alla napoletana.
La petizione è stata lanciata dall'ex-ministro dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ma ha avuto una larghissima adesione.
Questa è la lettera dell'ex-ministro:

"Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco Presidente Prof. Giovanni Puglisi
Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco Consiglio Direttivo

La pizza è indiscutibilmente uno dei prodotti gastronomici più conosciuti al mondo ed uno dei più importanti simboli del nostro Paese.
L'arte della pizza è certamente una di quelle conoscenze tradizionali e di quei beni immateriali che meritano il riconoscimento da parte dell'Unesco.
È giusto che l'Italia proponga alla sede centrale UNESCO di Parigi l'inserimento dell'Arte della Pizza nella "Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità".
Nel 26 Marzo 2011 è stato presentato ufficialmente il dossier di candidatura dell'Arte della Pizza al Segretariato del Patrimonio Culturale immateriale di Parigi.
Dal 2012 l'Unesco ha però cambiato procedura e chiede ai singoli paesi di segnalare un solo dossier ogni anno per il patrimonio immateriale, quindi quel dossier è ancora in attesa di esame.
Nei primi mesi dell'anno (in genere a Marzo), il consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana indica la candidatura per l'anno successivo.
Chiedo quindi che nei primi mesi del 2015, proprio alla vigilia dell'apertura dell'Expo di Milano, dedicato a "Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita", la commissione italiana per l'Unesco proponga l'inserimento dell'Arte della Pizza nella "Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità".
Si tratta di un tradizione nata a Napoli, che si tramanda da generazioni, che si è diffusa in tutta Italia ed è oggi un vero e proprio simbolo dell'Italia nel mondo.
Il 16 novembre 2010 il Comitato intergovernativo riunito a Nairobi ha ufficialmente iscritto la dieta mediterranea nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
La pizza per il metodo di lavorazione e per gli ingredienti tradizionali è certamente un prodotto salutare e tipicamente mediterraneo.
Ora occorre ottenere che anche l'arte della pizza ottenga il prestigioso e meritato riconoscimento UNESCO.
Nel 2000, da Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, avviai le procedure per il riconoscimento da parte della UE della pizza come specialità tradizionale garantita (STG). E dopo anni, nel 2010, arrivò il riconoscimento.
La pizza napoletana è l'unico tipo di pizza italiana riconosciuta in ambito nazionale ed europeo. Dal 4 febbraio 2010, infatti, è ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita della Comunità Europea.
Nel 2006 da Ministro dell'Ambiente, avendo un rappresentante nella commissione nazionale italiana per l'Unesco, lanciai, coinvolgendo il Ministero dell'agricoltura, la proposta di proporre l'arte della pizza come bene immateriale tutelato dall'Unesco.
Infatti la 32° conferenza generale dell'UNESCO tenutasi a Parigi dal 29 settembre al 17 ottobre 2003 aveva stabilito una Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale che definisce il concetto in maniera più rigorosa.
L'Unesco quindi tutela "il patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana".
Dopo anni di incontri preparatori finalmente il 26 marzo 2011 il Ministero dell'agricoltura inviò, per il tramite della commissione italiana UNESCO, il dossier di candidatura al Segretariato del Patrimonio Culturale immateriale di Parigi.
Da allora la situazione è bloccata.
Questa petizione serve a rimettere in movimento i tanti italiani e non italiani che amano il prodotto gastronomico più conosciuto del pianeta
.".

Io non sono un fan di Alfonso Pecoraro Scanio.
Io sono orgogliosamente di destra, sono sostenitore dell'energia nucleare e non ho pregiudizi verso gli OGM.
Sulle infrastrutture e sulle politiche energetiche divergo da Pecoraro Scanio, come sull'economia e sui temi etici.
Però, sosterrò questa petizione con piacere.
La pizza è un patrimonio del nostro Paese.
Essa fa parte della nostra tradizione storica e culturale.
Pensiamo alla "picea" dell'Antica Roma.
Ora, in America qualcuno vuole ritenere la pizza un piatto tipico...de suo Paese e non del nostro.
La cucina americana è favolosa e ha piatti tipici di tutto rispetto.
Pensiamo al chili, ai piatti della cucina cajun, al meatloaf, al fried chicken, ai mac and cheese, ai doughnuts, al bagel, alla apple pie e, naturalmente, ai tutti i piatti cotti al barbecue, come i famosi hamburger.
Quelli sono tutti piatti di una grande tradizione culinaria, qual è quella americana.
Nessuno potrà togliere agli Americani questi piatti della loro tradizione.
Tuttavia, la pizza è roba nostra.
La pizza è di noi italiani, come sono di noi italiani gli spaghetti, il panettone, il prosciutto di Parma, l'anello di Monaco, la cassata ed i risotti.
Anzi, io proporrei di estendere questa iniziativa anche ad altri piatti della nostra tradizione, come i risotti (qui a Roncoferraro, è stata conferita la De.C.O. al Risotto con la psina), le paste (come i maccheroncini di Campofilone)  o i dolci tipici (come la cassata siciliana).
La cucina è cultura.
Cordiali saluti.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".