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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 10 maggio 2015

Parlamento vuoto, piazze piene!

Cari amici ed amiche,

leggete l'editoriale di Giorgio Mulè su "Panorama" che è intitolato "Si svuota il Parlamento, si riempiono le piazze".
Dell'articolo è interessante questa parte:

"Iniziamo dall’Italicum, che tanto appassiona i politici e tanto fa appassire l’interesse dei cittadini. La nuova legge elettorale, imposta con una maggioranza malconcia da Matteo Renzi in spregio a ogni regola di convivenza democratica, è un pastrocchio. Costruita nella testa del premier per garantirgli la maggioranza assoluta nell’unico ramo del Parlamento destinato a sopravvivere, potrebbe diventare un clamoroso boomerang facendo precipitare il Paese in un sistema proporzionale puro degno della primissima repubblica.

La nuova legge assegna alla lista che raggiunge il 40 per cento dei voti al primo turno la maggioranza assoluta dei deputati, premio che arriva anche in caso di ballottaggio tra i primi due arrivati qualora nessuno raggiunga la soglia. Bene: facciamo un’ipotesi di scuola, al limite della fantapolitica. Che cosa impedisce a partiti e movimenti oggi all’opposizione di coalizzarsi in un’unica lista e acciuffare agevolmente il premio di maggioranza? Obiezione: ma i 5 stelle non potrebbero mai governare con Forza Italia e Lega. Certo, ma non bisogna dimenticare che ci sono da dividere 290 seggi tra i "perdenti". Quindi se 340 seggi vanno di diritto al "listone" delle attuali minoranze, che però sarebbero vincenti, e almeno 100 al Pd renziano (ipotizzando un risultato prossimo o superiore al 30 per cento) rimangono circa 200 deputati ai partitini che entreranno in Parlamento con un misero 3 per cento, ansiosi di essere aggregati per acciuffare poltrone e potere. Capite la maionese impazzita che rischia di uscire?

Altro che governabilità, con l’Italicum rischiamo di ritrovarci nel pieno di un caos totale. Eppure Renzi tira dritto nel suo delirio di onnipotenza. Fa finta di non vedere le piazze della protesta intorno a lui. Il Paese reale è quello dei pensionati gabbati dalla promessa non mantenuta degli 80 euro e con l’incubo della presa in giro dopo la sentenza della Corte costituzionale che il governo si almanacca come non applicare; di insegnanti e studenti che contestano in radice la riforma della scuola; di lavoratori illusi dalla chimera del Jobs act; di amministratori locali ormai allo stremo perché non ce la fanno ad accogliere gli immigrati che colpevolmente l’esecutivo ha dimostrato di non saper gestire nonostante i soliti proclami farlocchi dopo la tragedia di alcune settimane fa
.".

In questo articolo ci sono tante parole vere.
In primo luogo, l'Italicum rischia di essere un boomerang contro Matteo Renzi.
Infatti, il premier ha pensato di farsi una legge elettorale su misura ma rischia fare un autogol.
Poniamo caso che si vada a votare e che al primo turno non ci sia la maggioranza, che quindi si vada al ballottaggio e che al ballottaggio arrivino il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle.
Coloro che non hanno votato il Partito Democratico (e di conseguenza Renzi) al primo turno potrebbero votare il Movimento 5 Stelle al ballottaggio.
In pratica, si rischia di consegnare l'Italia al Movimento 5 Stelle e al suo populismo.
Questo è l'effetto del premio di maggioranza alla lista.
Va detto anche l'Italicum non è applicabile senza la riforma che abolisce le attuali funzioni del Senato.
Qui stiamo assistendo allo svuotamento delle istituzioni e al riempimento delle piazze.
Sono sempre più coloro che scendono in piazza a protestare contro il governo.
La televisione (spesso e volentieri) non fa vedere queste proteste.
Questo ci deve fare riflettere sui mass media qui in Italia.
Renzi ha contro varie categorie, dai pensionati agli imprenditori, passando per i giovani disoccupati.
La disoccupazione è al 13% ed il suo Jobs Act è un fallimento.
Come ha scritto (sempre su "Panorama", nell'articolo intitolato "Jobs Act, lo spot costoso che non crea lavoro") Michele Tiraboschi, in un anno il Jobs Act ha generato solo 30.000 posti di lavoro ma costerà allo Stato ben 15.000.000.000 di Euro.
L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non è stato toccato e anzi ricompare in certe vicende aziendali che giungono "a non applicare il contratto a tutele crescenti", come recita l'intesa tra i sindacati e gruppo Novartis, ratificando di fatto la vitalità del simbolo del vecchio diritto del lavoro.
Quindi, Renzi fa promesse mirabolanti ma non combina nulla e quello che combina è spesso dannoso.
Basti pensare alle ambasciate italiane fatte chiudere, in nome della "spending review".
Gli Italiani all'estero ora hanno problemi.
Egli va avanti con la sua prepotenza ma rischia solo portare l'Italia verso il baratro.
Cordiali saluti.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.