Ne siamo convinti: prima che genitori, marito e moglie sono una coppia, come quelle che si stringono la mano passeggiando per i viali, come i fidanzatini, come gli innamorati dalle passioni travolgenti.
E fanno benissimo a esserlo, perché nel momento in cui mamma e papà finiscono con il semplice coabitare e vivere solo in funzione dei figli, il matrimonio incomincia a vacillare. “Non si può parlare solo di figli e bollette, non siamo sposati per risolvere problemi”, mi ricorda spesso mio marito, che da sempre ne è consapevole. Io, lo ammetto, ho fatto forse un po’ più fatica a comprenderlo, schiacciata nel ruolo di mamma da sensi di colpa che, obiettivamente, non hanno molto ragione di esistere. Se come mamma (o come papà) dai tutto, ogni tanto ti puoi (anzi, devi) ritagliare del tempo per te e per il tuo compagno. Per andare al cinema, per una pizza, per una notte lontano da casa e dalle dinamiche quotidiane. Il bello poi è che ai figli, spesso, la nostra assenza non pesa affatto: basta prospettarla come un’avventura, come l’opportunità per godersi le coccole dei nonni, o regalarsi una piccola pausa di libertà insieme alla baby-sitter, complice e divertente con cui guardare la TV fino a tardi, mangiando schifezze… “Mia moglie non accetterà mai” commentava sconsolato un giovane papà, a cui raccomandavamo la fughetta romantica, come rimedio e prevenzione alle inevitabili crisi domestiche. Esattamente come una coppia, di qualche anno più grande, aveva fatto con noi a suo tempo… Ed è vero, le resistenze delle madri, e i sensi di colpa di cui sopra, si rivelano spesso macigni insormontabili. Ecco che, il bravo marito, in questo caso, prende in mano la situazione e, senza aspettare che sia la mamma a doversi organizzare la serata o il week-end, contatta nonni o baby-sitter, prenota la cena o l’albergo e dà sfoggio di intraprendenza e sollecitudine innamorata. Davanti a una prenotazione, anche la mamma più “colpevole” si fa degli scrupoli e tende ad arrendersi… Certo, una serata romantica non risolverà tutti i problemi della vita di una coppia, ma un po’ di respiro te lo consente. E ti consente di riprendere il dialogo, troppo spesso interrotto dalle richieste dei bambini, dalle cose da fare, dai problemi di tutti i giorni, per riscoprire il perché è stato detto quel sì, ritrovare il progetto di vita che ci aveva avvicinato. Abbiamo il dovere di salvaguardare quel gioiello che è il nostro matrimonio, se non per noi, per i nostri figli: le più recenti statistiche ci parlano di divorzi raddoppiati nel giro di 15 anni; ormai su 1000 unioni, 307 finiscono con una separazione e 182 con un divorzio. Il matrimonio sembra diventato un contratto a termine, dalla durata media di 15 anni. Un bel “tagliando”, ogni tanto, può aiutare a mantenerlo in vita, ridare carburante, riaccendere la fiamma.
E fanno benissimo a esserlo, perché nel momento in cui mamma e papà finiscono con il semplice coabitare e vivere solo in funzione dei figli, il matrimonio incomincia a vacillare. “Non si può parlare solo di figli e bollette, non siamo sposati per risolvere problemi”, mi ricorda spesso mio marito, che da sempre ne è consapevole. Io, lo ammetto, ho fatto forse un po’ più fatica a comprenderlo, schiacciata nel ruolo di mamma da sensi di colpa che, obiettivamente, non hanno molto ragione di esistere. Se come mamma (o come papà) dai tutto, ogni tanto ti puoi (anzi, devi) ritagliare del tempo per te e per il tuo compagno. Per andare al cinema, per una pizza, per una notte lontano da casa e dalle dinamiche quotidiane. Il bello poi è che ai figli, spesso, la nostra assenza non pesa affatto: basta prospettarla come un’avventura, come l’opportunità per godersi le coccole dei nonni, o regalarsi una piccola pausa di libertà insieme alla baby-sitter, complice e divertente con cui guardare la TV fino a tardi, mangiando schifezze… “Mia moglie non accetterà mai” commentava sconsolato un giovane papà, a cui raccomandavamo la fughetta romantica, come rimedio e prevenzione alle inevitabili crisi domestiche. Esattamente come una coppia, di qualche anno più grande, aveva fatto con noi a suo tempo… Ed è vero, le resistenze delle madri, e i sensi di colpa di cui sopra, si rivelano spesso macigni insormontabili. Ecco che, il bravo marito, in questo caso, prende in mano la situazione e, senza aspettare che sia la mamma a doversi organizzare la serata o il week-end, contatta nonni o baby-sitter, prenota la cena o l’albergo e dà sfoggio di intraprendenza e sollecitudine innamorata. Davanti a una prenotazione, anche la mamma più “colpevole” si fa degli scrupoli e tende ad arrendersi… Certo, una serata romantica non risolverà tutti i problemi della vita di una coppia, ma un po’ di respiro te lo consente. E ti consente di riprendere il dialogo, troppo spesso interrotto dalle richieste dei bambini, dalle cose da fare, dai problemi di tutti i giorni, per riscoprire il perché è stato detto quel sì, ritrovare il progetto di vita che ci aveva avvicinato. Abbiamo il dovere di salvaguardare quel gioiello che è il nostro matrimonio, se non per noi, per i nostri figli: le più recenti statistiche ci parlano di divorzi raddoppiati nel giro di 15 anni; ormai su 1000 unioni, 307 finiscono con una separazione e 182 con un divorzio. Il matrimonio sembra diventato un contratto a termine, dalla durata media di 15 anni. Un bel “tagliando”, ogni tanto, può aiutare a mantenerlo in vita, ridare carburante, riaccendere la fiamma.
Tratto da un testo di R. Florio
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