Cari amici ed amiche,
leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Il risultato che c'è già".
Dell'articolo è interessante questo pezzo:
"Oggi si vota in sette Regioni, stanotte sapremo. Ma non bisogna aspettare lo spoglio per tirare le prime conclusioni di questa campagna elettorale.
La prima è che Matteo Renzi non ha il controllo del suo partito. La seconda è che fuori dal Parlamento, dove abbaia ma non morde per paura di andare a casa, l'opposizione interna può fare davvero male al premier-segretario, come dimostrano la scissione in Liguria e il blitz di Rosy Bindi contro il candidato campano De Luca.
Il combinato di questi due fattori porta a dire che il Pd renziano, comunque vada a finire il conteggio di questa sera, non è elettoralmente imbattibile come si pensava dopo il 40 per cento di un anno fa alle Europee.
Terza osservazione. Matteo Renzi al governo si comporta da dittatore, ma fuori dal Palazzo viene a galla tutta la sua inesperienza. In campagna elettorale ha inseguito i suoi avversari - in primis Berlusconi -, a tratti ha dato l'impressione di essere impaurito: non un guizzo, uno slancio, non una di quelle bischerate, per dirla nella sua lingua, assolutamente inutili ma che piacciono alla gente. È sembrato politicamente già vecchio e poco lucido nel gestire le crisi e i trabocchetti che ha incontrato strada facendo.
La quarta osservazione è la conferma dell'assoluta inutilità dei piccoli partiti. Completamente assenti dalla campagna elettorale, hanno barattato qui e là chissà cosa in cambio di manciate di voti ma senza alcun senso politico, solo piccoli club personali al servizio del leaderino di turno. Diverso invece - quinta osservazione - il destino dei due movimenti - quello di Grillo e quello di Salvini -, che si contendono il voto di protesta. Appaiono pasciuti, ben alimentati dalle scellerate scelte economiche del governo Renzi, dal mostro fiscale che continua a crescere, dalle indecisioni con cui si sta affrontando l'emergenza immigrazione, da scandali che non accennano a diminuire.".
Non è stato citato nell'articolo quello che è accaduto nelle Marche, in cui il governatore Gian Mario si è ricandidato con Area Popolare e Forza Italia, dopo che ha governato per due anni con il Partito Democratico, di cui era membro.
Anche se ha governato con il Partito Democratico, a Spacca va riconosciuto che ha fatto anche qualche cosa buona, come l'avere contribuito a portare avanti il progetto della terza corsia nel tratto dell'Autostrada A14 Bologna-Taranto, che è compreso tra Rimini nord e Porto Sant'Elpidio.
Anche il caso di Spacca è un'altra dimostrazione del fatto che nel Partito Democratico Matteo Renzi non ha nessun controllo.
Renzi non è amato neppure da molti di suoi.
La scissione del Partito Democratico in Liguria, la fuoriuscita di Spacca nelle Marche, quello che ha fatto Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia, ed i continui attacchi dalla minoranza del suo partito, dimostrano ciò che è il renzismo.
Il renzismo è tutto fumo e niente arrosto.
Il Partito Democratico non è diventato un partito di sinistra moderato, come ad esempio il Labour britannico.
E' sempre lo stesso Partito Democratico, il partito che ha ancora la mentalità comunista di demonizzazione degli avversari e delle tasse ma solo un po' più confuso.
Come premier, Renzi ha fatto tante promesse e ne ha mantenute ben poche.
Ha promesso di dare all'Italia un peso nella politica mondiale e invece l'Italia è irrilevante.
Ha promesso un taglio delle tasse e invece le tasse ci sono ancora.
Ha promesso che l'Italia si riprenderà grazie alle sue misure e invece le sue misure non hanno portato grandi risultati.
In Europa, l'Italia non ha nessuna forza, come non ne ha nel mondo.
Anzi, Renzi fa esattamente quello che facevano Mario Monti ed Enrico Letta, seguire pedissequamente gli ordini che provengono da Bruxelles e da Berlino e che ci stanno massacrando con le tasse.
Renzi mi sembra il musicista del Titanic, quello che suonava il violino mentre la nave affondava.
Quello che fa Renzi rischia di alimentare l'anti-politica.
L'anti-politica non è la Lega Nord di Matteo Salvini.
Quest'ultima è costruttiva, se pur con una componente protestataria, e cerca di proporre una politica alternativa a quella di Renzi.
La Lega Nord fa politica.
La vera anti-politica, quella distruttiva, è rappresentata dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
Quest'ultima punta solo a denunciare le disfunzioni della politica ma non propone nulla di alternativo e di costruttivo.
Basti pensare al reddito di cittadinanza.
Una cosa del genere non si può fare se prima non si fa in modo che scenda la disoccupazione.
Solo quando la disoccupazione sarà più contenuta (e ci sarà una maggiore produzione di ricchezza) si potrà istituire un reddito di cittadinanza.
Se il Movimento 5 Stelle andasse al governo sarebbe una catastrofe,
Tra la cattiva politica (ciò che fa Renzi) e l'anti-politica (quello che Beppe Grillo) non si sa chi sia peggio.
La politica di Renzi ci sta ammazzando a poco a poco e quella di Grillo ci ucciderebbe in un colpo solo.
Questa è la differenza tra i due.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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