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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 26 maggio 2015

Caso irlandese, diciamo la verità!

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo del quotidiano "La Croce" che è intitolato "L'Irlanda e il vizio di dire bugie".
Dobbiamo dire la verità: a quel referendum con cui si è sancita la legalizzazione del matrimoni tra persone dello stesso sesso ha votato a favore solo un milione e duecentomila irlandesi.
La popolazione irlandese è pari 4.470.000 di persone.
Quindi, l'astensionismo l'astensionismo è stato alto e forse una larga fetta del popolo irlandese deve avere interpretato questo voto come una cosa lontana dai suoi bisogni.
Il numero di coloro che hanno votato a favore corrisponde a meno della metà degli abitanti della città di Roma.
In pratica, è come se avessero soffiato forte tutti insieme nelle vele di coloro che sostengono che la famiglia naturale è uno stereotipo e noi che la difendiamo dagli assalti di norme senza senso siamo “bigotti, omofobi, razzisti, intolleranti, retrogradi e medievali”.
Evidentemente, ci sono stati magistrati, politici e mass media che hanno agito sotto la pressione di certe lobbies, lobbies che hanno anche l'appoggio di importanti aziende.
Stando a certi rumours, queste ultime avrebbero lasciato l'Irlanda, se avesse vinto il no.
Ora, è evidente che questa pressione delle lobbies si stia facendo sentire anche sulla Chiesa.
La Chiesa è un ostacolo per queste lobbies.
Tra i prelati, purtroppo, vi sono coloro che sono pronti a discutere di un riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso.
Lo fanno per ideologia, per avere consenso, per timore o perché non sanno nemmeno loro cosa sostengono.
Pur non condannando gli omosessuali, la dottrina cristiana ritiene che l'omosessualità sia un peccato.
Non si può stravolgere una dottrina bimillenaria
Una Chiesa che apre ai matrimoni gay e (magari) anche all'aborto è una Chiesa che non fa più la sua missione.
Una Chiesa del genere è una Chiesa morta.
Cordiali saluti.



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Ringrazio un caro amico di questa foto.