Paura, diffidenza, sospetto sono, purtroppo, sentimenti che il mondo di Internet solleva negli adulti: certo è meraviglioso chiacchierare con la Nuova Zelanda, trovare la casa vacanza sul mare della Grecia, acquistare olio e mozzarella dal contadino della Puglia, alcune delle meravigliose opportunità che il collegamento Internet permette a una famiglia normale. Ma, come tutte le cose di questa terra, anche Internet se usato male, se usato troppo, può essere dannoso.
I rischi sono diversi: dalla banalizzazione del sapere, e l’illusione di conoscere un argomento grazie alle quattro righe di Wikipedia (la più grande enciclopedia della rete), allo straniamento (se hai tutto il mondo a tua disposizione in camera tua, perché andare fuori a cercare altro?), la dipendenza, il cadere nelle trappole dei truffatori, la pornografia, il gioco d’azzardo… Gli esperti dicono che la proibizione non serve, bisogna accettare questo strumento magnifico e terribile, che è Internet, imparare a conoscerlo. Proibire a un ragazzo l’uso del Web, accessibile in ogni biblioteca pubblica o in casa dell’amico, o attraverso telefonini, iPad, addirittura computer scolastici, può essere, in effetti, abbastanza inutile. La parola d’ordine adesso è “empowerment”, cioè il rafforzamento delle autodifese, della personalità dei ragazzi che, consapevoli di quanto possano incontrare nel grande mondo della rete, devono imparare a sopravviverci. Bellissima idea, che sta alla base di ogni sistema educativo: è il rendere consapevole Cappuccetto Rosso dei rischi che corre nel bosco e dei modi di difendersi. Ma il bosco, ahimè, è abitato da lupi abilissimi, efficaci, sofisticati, esperti di tecniche di comunicazione, che sanno benissimo accalappiare i polli senza che questi nemmeno se ne accorgano…
I rischi sono diversi: dalla banalizzazione del sapere, e l’illusione di conoscere un argomento grazie alle quattro righe di Wikipedia (la più grande enciclopedia della rete), allo straniamento (se hai tutto il mondo a tua disposizione in camera tua, perché andare fuori a cercare altro?), la dipendenza, il cadere nelle trappole dei truffatori, la pornografia, il gioco d’azzardo… Gli esperti dicono che la proibizione non serve, bisogna accettare questo strumento magnifico e terribile, che è Internet, imparare a conoscerlo. Proibire a un ragazzo l’uso del Web, accessibile in ogni biblioteca pubblica o in casa dell’amico, o attraverso telefonini, iPad, addirittura computer scolastici, può essere, in effetti, abbastanza inutile. La parola d’ordine adesso è “empowerment”, cioè il rafforzamento delle autodifese, della personalità dei ragazzi che, consapevoli di quanto possano incontrare nel grande mondo della rete, devono imparare a sopravviverci. Bellissima idea, che sta alla base di ogni sistema educativo: è il rendere consapevole Cappuccetto Rosso dei rischi che corre nel bosco e dei modi di difendersi. Ma il bosco, ahimè, è abitato da lupi abilissimi, efficaci, sofisticati, esperti di tecniche di comunicazione, che sanno benissimo accalappiare i polli senza che questi nemmeno se ne accorgano…
Tratto da un testo di R. Florio
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