vari giornali riportano l'indignazione dello Stato di Israele in merito alla questione dello Stato di Città del Vaticano che ha riconosciuto la Palestina.
Cito come fonti il TGCOM 24 o Arout Sheva7 -Israel National News.
Il ministro degli Esteri Israeliano ha detto:
"C'è da dolersi che Abu Mazen utilizzi forum internazionali per attaccare Israele, mentre si astiene dal tornare a negoziati che rappresentano il modo corretto per realizzare una visione politica e una soluzione di pace".
Ora, l'indignazione di Israele è giusta.
C'è chi (con scarsa conoscenza delle cose) ha associato il riconoscimento dello Stato (o meglio del non-Stato) di Palestina alla canonizzazione avvenuta ieri di due suore palestinesi.
Ora, le due cose debbono essere scorporate.
Se la canonizzazione delle due suore è stata una cosa corretta, giusta e sacrosanta (poiché la Chiesa riconosce la santità di chi è stato riconosciuto come virtuoso e in questo caso il Papa ha agito in base al ministero petrino di cui egli è investito) non si può dire altrettanto del riconoscimento della Palestina.
Il riconoscimento della Palestina è un atto politico e non religioso.
Così rispondo a quel commento volgare che ho ricevuto all'articolo intitolato "Abu Mazen nominato "Angelo" , in Paradiso si protesta" e in cui è stato citato il dogma dell'Infallibilità papale, dogma riconosciuto dalle Scritture e proclamato dal Beato Pio IX nel 1854.
Il dogma dell'infallibilità papale (o infallibilità pontificia) afferma che il papa non può sbagliare quando parla ex cathedra, ossia come dottore o pastore universale della Chiesa (episcopus servus servorum Dei). Dunque, il dogma vale solo quando esercita il ministero petrino proclamando un nuovo dogma o definendo una dottrina in modo definitivo come rivelata.
Infatti, secondo la dottrina cattolica, il magistero straordinario della Chiesa, pur esercitato esclusivamente dal Papa, in certi casi non possiede il carattere dell'infallibilità qualora il Papa stesso non usi esplicitamente e dichiaratamente (in modo da farlo comprendere subito a tutti i fedeli) questo carisma, di cui Cristo ha dotato la Chiesa perché sia sacramento universale di salvezza. Gli insegnamenti dei vescovi invece non sono coperti dall'infallibilità papale, e difatti non sono assolutamente citati nella definizione del dogma, così come espressa dalla costituzione apostolica Pastor Aeternus, anche se la totalità dei vescovi, che sono in comunione con il papa, ha questo carisma.
Nella questione della Palestina il Papa non ha parlato come successore dell'apostolo San Pietro e capo della Chiesa universale (quindi non ha esercitato il ministero petrino) ma ha parlato capo dello Stato di Città del Vaticano, a differenza di ciò che riguarda la canonizzazione delle due suore.
Trovo vergognoso che si sia strumentalizzata anche la canonizzazione delle due suore per portare avanti la vergognosa campagna contro lo Stato di Israele.
Sono cattolico ma sto con Israele.
Cordiali saluti.
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