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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 11 settembre 2014

11 settembre, le solite stupidaggini sui complotti!



Cari amici ed amiche,


sulla pagina di Facebook "Attivismo" è comparsa questa foto con questa didascalia:"11 settembre 2013 accadrà che:

L’amministrazione degli Stati Uniti ha avvierà il processo per avere l’approvazione del Congresso all’attacco contro la Siria.


La commissione del Senato per gli affari esteri, ha votato per la risoluzione a sostegno dell’azione prevista. Il passo successivo è ottenere il pieno sostegno bipartisan al Senato e poi alla Camera dei Deputati. In questo modo Washington cerca di fare sembrare legittima la decisione di colpire la Siria, anche contro il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La previsione che la guerra si espanderà fino a coprire l’intero Medio Oriente, nel caso gli Stati Uniti colpiscano la Siria, si avvera. Come previsto, il primo attore esterno a mettersi in gioco è l’Iran. L’arruolamento è avviato, i giovani iraniani sono disposti a indossare l’uniforme e a difendere la Siria. Il numero di volontari arriva a 100 mila. Hanno inviato una lettera al presidente della Siria, per chiedere il permesso di essere schierati nella zona del Golan… vogliono che il loro governo istituisca un ponte aereo per la Siria attraverso lo spazio aereo iracheno. L’Iraq è un Paese dalla grande popolazione sciita, c’è l’alta probabilità che migliaia di sciiti si uniscano ai volontari iraniani. Obama ha voluto che il conflitto interreligioso in Medio Oriente si trasformi in un massacro di portata universale, e ora potrà averlo o, per essere più esatti, potrà avviarlo in Siria lanciando missili Tomahawk contro questo Paese.
La Siria è nel mirino, ma l’obiettivo principale è la Repubblica Islamica dell’Iran. La linea politica del neo-eletto Presidente Rouhani punta alla normalizzazione delle relazioni con l’occidente e a porre fine all’isolamento internazionale. Ciò suscita preoccupazione nei circoli di potere degli Stati Uniti e d’Israele. E’ da molto tempo che gli statunitensi incolpano l’Iran di tutti i problemi del Medio Oriente, anche quando è chiaro che l’Iran non ha niente a che fare con ciò che succede. Può sembrare un paradosso, ma la disponibilità di Teheran ad avviare i colloqui sul programma nucleare viene percepita dall’amministrazione Obama come una minaccia ai suoi interessi. Secondo la logica della Casa Bianca, perderebbe le principali argomentazioni nel confronto con Teheran. Poi le sanzioni degli Stati Uniti non faranno più paura. L’Europa già invia segnali inequivocabili per dimostrare che si aspetta un reale progresso dai colloqui. Gli Stati Uniti non hanno legami commerciali con Tehran e vedono le sanzioni come una leva efficace nella situazione di stallo, mentre gli europei subirebbero perdite miliardarie. L’argomento della “minaccia nucleare iraniana” è diventata un’ossessione per Washington, dopo che Ahmadinejad se n’è andato. Legandosi pienamente all’intento di trovare un pretesto per la guerra. La fase siriana dell’operazione deve iniziare molto presto. L’Iran non ha bisogno di una guerra. Invece gli iraniani vogliono che Obama soppesi seriamente le conseguenze di tale azione, facendogli sapere che non ha modo di potersi nascondere dietro il Congresso. Il ministro degli Esteri iraniano Muhammad Javad Zarifsaid ha detto: “Il signor Obama non può interpretare e modificare il diritto internazionale basandosi sulla propria volontà“, aggiungendo che “solo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in circostanze particolari, può autorizzare un’azione collettiva, sotto il capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, e questo problema ha bisogno dell’approvazione del Consiglio di Sicurezza“, in piena aderenza alla posizione della Russia.
Teheran non vede intrighi nel fatto che il Congresso finalmente sanzioni la guerra contro la Siria, è solo curioso di vedere come i legislatori degli Stati Uniti riusciranno a farlo con il pretesto di “punire” la Siria per l’utilizzo di armi chimiche, affrontando la questione iraniana. I membri del Congresso prenderanno inevitabilmente in considerazione il “fattore iraniano.” Invocando la guerra contro la Siria, il segretario di Stato John Kerry cerca di convincere i legislatori che, se non s’interviene contro la Siria, l’Iran avrà più probabilità di portare avanti il suo nucleare programma. Kerry non aveva la deliberata intenzione di collegare direttamente gli eventi in Siria al programma nucleare iraniano, ma afferma semplicemente la posizione della Casa Bianca. Il segretario alla Difesa statunitense Chuck Hagel dice che non intraprendere alcuna azione contro la Siria, minerà la capacità di Washington di contrastare gli sforzi nucleari iraniani. Il Congresso degli Stati Uniti è sotto la pesante influenza della lobby ebraica e i suoi argomenti funzionano perché, pur essendo ostile alla Siria, Israele ha sempre avuto in mente l’Iran. Dove sia tracciata esattamente la “linea rossa” è piuttosto una questione di secondaria importanza per i politici israeliani. Alcuni repubblicani al Congresso non solo supportano l’azione contro la Siria, ma chiedono un massiccio intervento dicendo che un attacco limitato non sarà sufficiente a spaventare seriamente l’Iran. Un attacco contro la Siria rischia di far incrementare a Teheran la propria sicurezza, compresa l’acquisizione di armi nucleari per la deterrenza universale… Questo ragionevole avvertimento non viene ascoltato in alcun modo. Avendo di mira l’Iran, la provocazione militare contro la Siria sarebbe destinata anche a fomentare dissenso nelle file della leadership iraniana. Washington spera che i suoi politici guerrafondai prevalgano e che il governo iraniano ceda ed abbandoni l’approccio equilibrato alla questione. In effetti, solo pochi mesi fa queste palesi minacce da Washington avrebbero alimentato una tempesta di risposte, l’ex presidente Ahmadinejad era solito rispondere per le rime. Ora l’Iran sembra essersi estremamente contenuto. Parlando indirettamente ad Obama, il ministro della Difesa iraniano Brigadier-Generale Hossein Dehghan utilizza un corretto linguaggio diplomatico e insiste sul fatto che tutti i problemi dovrebbero essere risolti con mezzi politici. Ancora, la moderazione mostrata dal nuovo governo iraniano non deve lasciare nessuna illusione agli statunitensi. Non è con i burocrati del governo che avranno a che fare, se iniziassero i combattimenti, ma piuttosto con le forze armate della Repubblica iraniana, che garantiscono ritorsioni nel caso in cui il Paese sia attaccato.
Il capo di Stato Maggiore iraniano Hassan Firouzabadi avrebbe affermato che se gli Stati Uniti colpiranno la Siria, Israele sarà attaccato. Non è un caso che i volontari iraniani, che corrono in difendere la Siria, non prestano interesse nel dispiegamento nelle zone ai confini con la Turchia e la Giordania. No, vogliono andare sulle alture del Golan, il confine siriano-israeliano da tempo in stallo. Un potenziale attacco dall’Iran contro Israele, in rappresaglia dell’attacco degli Stati Uniti alla Siria, è il peggiore scenario, che renderebbe impossibile evitare una grande guerra in Medio Oriente. Invece di prendere la decisione di evitare un’azione militare contro la Siria, Obama istiga l’irrigidimento dell’Iran inscenando continue provocazioni. Per esempio, il recente test dimostrativo della difesa antimissile israeliana, è un preparativo in vista della rappresaglia iraniana
.".

Premetto, io non simpatizzo per Barack Hussein Obama.
Anzi, io mi auguro che gli Americani gli diano lo sfratto e lo buttino fuori dalla Casa Bianca, rimettendo un repubblicano alla guida degli Stati Uniti d'America.
Gli Stati Uniti d'America meritano un'altra guida. 
Però, bisogna smetterla di parlare di lobbies ebraiche (vere o presunte) che vorrebbero controllare il mondo attraverso i complotti e guerre fatte scoppiare ad arte.
Bisogna piantarla di continuare ad attaccare gli ebrei ed Israele.
Esse non sono i nemici.
I nemici sono altri.
Chi è contro gli ebrei ed Israele è contro la nostra civiltà e sta dalla parte dei terroristi.
A buon intenditore si possono dire poche parole.
Cordiali saluti.





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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.