leggete l'articolo scritto su "Panorama" da Gianluca Ferraris, articolo che è intitolato "A chi serve dire No TAP".
Eh sì, abbiamo anche i No TAP.
Il TAP sarà il nuovo gasdotto che partirà da Komotini (in Grecia), passerà per Fier (in Albania) e attraverserà il mare per arrivare a San Foca, in Puglia.
Quando (e se) sarà completata, quest'opera farà sì che i prezzi delle bollette del gas calino.
Purtroppo, manco a dirlo, si è formato il Comitato "No TAP".
Siamo alle solite: è il classico male italico del pensare al proprio orticello a scapito dell'interesse di tutti.
Questo discorso vale per l'energia nucleare, per la ferrovia ad alta velocità in Val di Susa (TAV), la Variante di Valico del tratto Bologna-Firenze dell'Autostrada A1 Milano-Napoli, l'ammodernamento dell'Autostrada Napoli-Reggio Calabria, il ponte sulle Stretto di Messina ed altre opere.
In Italia non si può costruire ponte, realizzare una centrale elettrica o aprire una galleria senza che vi sia una contestazione perché vengono calpestate tre o quattro margherite di un giardino o perché si spostano i sassi.
Così, per avere detto no all'energia nucleare, oggi ci troviamo con delle bollette elevate.
Abbiamo infrastrutture poco efficienti e poco sicure.
Ma dove vogliamo andare in queste condizioni.
Gli imprenditori fanno bene a chiudere le loro imprese qui in Italia e ad andare via.
Io in un Paese del genere non investire il mio denaro.
Noi italiani dobbiamo cambiare e metterci al passo con gli altri.
Gli altri fanno ricerca e fanno le infrastrutture.
Noi non facciamo nulla perché siamo bloccati da interessi particolari.
Questo non è fare sistema e pagheremo ciò.
Cordiali saluti.
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