Vostra Maestà,
convengo con voi nel ritenere che per fare grandi cose e passare alla storia come "grande della Terra" si debbano fare anche cose contro ciò in cui si crede.
Però, debbo farvi notare che per ogni cosa vi è il suo limite.
Cicerone e San Tommaso d'Aquino direbbero: "Potere servus est et rex! Ambitio serva est et regina".
Potere ed ambizione non sono cose negative in sé.
Chi in volontà tenta di diventare capo e di guidare una nazione deve avere l'ambizione per potere prendere il potere.
Con la volontà, però, serve anche l'essere savi, la ragione.
L'ambizione ed il potere possono essere ottimi servi, se comandati dalla ragione ma se quest'ultima manca l'ambizione ed il potere possono diventare padroni della vita di un uomo.
Voi, maestà, avevate tutto quello che un grande capo avrebbe potuto avere.
Voi avevate vigore fisico e conoscenza.
Ma non fu il vostro capo a guidarvi ma la vostra carne ed il vostro ventre.
Per soddisfare la vostra voglia (mascherando quello che faceste come "rimedio ad un peccato") arrivaste a mettervi contro il vostro Santo Padre Clemente, tagliando il ramo dell'albero della Chiesa che era era sul vostro suolo, come il tralcio che si stacca dalla vigna del Signore.
Lo faceste con il vostro arcivescovo (Thomas Cranmer) ed il vostro ministro (Thomas Cromwell) dando l'orecchio al loro consiglio.
Voi vi riteneste ancora cattolico ma seguito deste al malo consiglio dei vostri consiglieri, rapinando i santuari e le abbazie.
Cosa guadagnaste voi?
La risposta è ovvia: nulla!
La cara vecchia Inghilterra sarebbe potuta diventare una grande nazione anche senza questo scempio e senza tingere i suoi fiumi del rosso del sangue di persone innocenti.
Cosa guadagnaste o cosa guadagnò l'Inghilterra nell'uccidere un esemplare pastore quale fu il vescovo Giovanni di Rochester?
Cosa guadagnaste e cosa guadagnò l'Inghilterra nel togliere la vita al vostro ministro ed amico Tommaso?
L'ambizione ed il potere vi vennero padroni e per essi voi arrivaste ad uccidere anche i vostri cari.
Avreste potuto essere un grande umanista e un magnifico uomo di Stato e invece sarete ricordato da molti come un uomo che per le sue voglie rovinò sé stesso (basti pensare alla gotta e alla lue) e quell'antico patrimonio che ebbe l'Inghilterra e portò a morte tanti innocenti.
Vi scrivo queste parole senza rancore ed odio ma per l'amore della vita (compresa la vostra) e del vostro stesso Paese.
Ossequi.
Cari amici ed amiche,
state tranquilli.
Non sono impazzito né ho fatto una seduta spiritica.
Ieri, facendo zapping con la televisione, mi sono fermato su Rai 3.
Da anticomunista dichiarato quale sono è raro che mi fermi su Rai 3.
Ho visto la trasmissione "La Grande Storia" che parlava di Papa Giovanni Paolo I (1912-1978).
Quando questi era ancora un vescovo di nome Albino Luciani usava fare pubblicare sui giornali lettere indirizzate a personaggi del passato, per insegnare certe cose.
Io ho pensato bene di imitarlo.
Ora, io ho scelto re Enrico VIII Tudor, re d'Inghilterra (1491-1547).
Quello di re Enrico VIII fu il caso di un uomo che avrebbe potuto essere ricordato un grande statista.
Egli aveva l'ambizione.
Un politico senza ambizione cambi mestiere.
Egli aveva anche la conoscenza.
Basti pensare al fatto che sapesse parlare in latino, in spagnolo ed in francese.
Tuttavia, per soddisfare le sue più carnali voglie e la sua sete di egemonia, questo sovrano provocò lo scisma anglicano, soppresse i monasteri (distruggendo tanta parte del patrimonio dell'Inghilterra) e fece morire tanta gente innocenti.
Ricordiamo suor Elisabetta Barton, San Giovanni Fisher, San Tommaso Moro, la Beata Margherita Polo ed il Beato Richard Whiting.
Fece tutto questo.
Da un lato, contribuì a fare dell'Inghilterra una potenza.
Dall'altro, però, ne distrusse il patrimonio storico.
Il mio ex parroco don Alberto Ferrari (che è stato parroco qui a Roncoferraro fino al 2005) disse durante una messa: "Il potere è un ottimo servo ma può diventare un ottimo padrone".
Nel caso del re inglese l'esempio fu lampante.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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