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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 4 giugno 2014

La questione della corruzione

Cari amici ed amiche.

Ieri è scoppiato il caso del MOSE di Venezia.
Sono state arrestate delle persone, tra cui il Sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e l'Assessore regionale all'Urbanistica Renato Chisso e si è chiesto l'arresto dell'ex-governatore del Veneto (oggi deputato) Giancarlo Galan.
L'accusa è corruzione e riciclaggio.
A questo punto voglio fare una riflessione partendo da quanto detto dal Sua Santità Francesco (nella foto) sulla corruzione, proprio sulla corruzione:

"Le Letture che la Chiesa oggi ci offre possiamo definirle un dialogo fra i lamenti di Dio e le giustificazioni degli uomini. Dio, il Signore, si lamenta. Si lamenta di non essere stato ascoltato lungo la storia. E’ sempre lo stesso: “Ascoltate la mia voce… Io sarò il vostro Dio… Sarai felice…” – “Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola, anzi: procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio. Invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle” (Ger 7,23-24).

E’ la storia dell’infedeltà del popolo di Dio. E questo lamento di Dio viene perché è stato un lavoro molto, molto grande quello del Signore per togliere dal cuore del suo popolo l’idolatria, per farlo docile alla sua Parola. Ma loro andavano su questa strada per un po’ di tempo, e poi tornavano indietro. E così per secoli e secoli, fino al momento in cui arrivò Gesù. E lo stesso è successo con il Signore, con Gesù. Alcuni dicevano: “Costui è il Figlio di Dio, è un grande Profeta!”; altri, quelli di cui parla oggi il Vangelo, dicevano: “No, è uno stregone che guarisce con il potere di Satana”. Il popolo di Dio era solo, e questa classe dirigente – i dottori della legge, i sadducei, i farisei – era chiusa nelle sue idee, nella sua pastorale, nella sua ideologia. E questa classe è quella che non ha ascoltato la Parola del Signore, e per giustificarsi dice ciò che abbiamo sentito nel Vangelo: “Quest’uomo, Gesù, scaccia i demoni con il potere di Beelzebul” (Mt 11,15).

E’ lo stesso che dire: “E’ un soldato di Beelzebul o di Satana o della cricca di Satana”, è lo stesso. Si giustificano di non aver ascoltato la chiamata del Signore. Non potevano sentirla: erano tanto, tanto chiusi, lontani dal popolo, e questo è vero. Gesù guarda il popolo e si commuove, perché lo vede come “pecore senza pastori”, così dice il Vangelo. E va dai poveri, va dagli ammalati, va da tutti, dalle vedove, dai lebbrosi a guarirli. E parla loro con una parola tale che provoca ammirazione nel popolo: “Ma questo parla come uno che ha autorità!”, parla diversamente da questa classe dirigente che si era allontanata dal popolo. Ed era soltanto con l’interesse nelle sue cose: nel suo gruppo, nel suo partito, nelle sue lotte interne. E il popolo, là… Avevano abbandonato il gregge. E questa gente era peccatrice? Sì. Sì, tutti siamo peccatori, tutti. Tutti noi che siamo qui siamo peccatori. Ma questi erano più che peccatori: il cuore di questa gente, di questo gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti. E per questo si giustificano, perché Gesù, con la sua semplicità, ma con la sua forza di Dio, dava loro fastidio. E, passo dopo passo, finiscono per convincersi che dovevano uccidere Gesù, e uno di loro ha detto: “E’ meglio che un uomo muoia per il popolo”.

Questi hanno sbagliato strada. Hanno fatto resistenza alla salvezza di amore del Signore e così sono scivolati dalla fede, da una teologia di fede a una teologia del dovere: “Dovete fare questo, questo, questo…”. E Gesù dice loro quell’aggettivo tanto brutto: “Ipocriti! Tanti pesi opprimenti legate sulle spalle del popolo. E voi? Nemmeno con un dito li toccate! Ipocriti!”. Hanno rifiutato l’amore del Signore e questo rifiuto ha fatto sì che loro fossero su una strada che non era quella della dialettica della libertà che offriva il Signore, ma quella della logica della necessità, dove non c’è posto per il Signore. Nella dialettica della libertà c’è il Signore buono, che ci ama, ci ama tanto! Invece, nella logica della necessità non c’è posto per Dio: si deve fare, si deve fare, si deve… Sono diventati comportamentali. Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini. Gesù li chiama, loro, “sepolcri imbiancati”. Questo è il dolore del Signore, il dolore di Dio, il lamento di Dio. “Venite, adoriamo il Signore perché lui ci ama”. “Ritornate a me con tutto il cuore” – ci dice – “perché sono misericordioso e pietoso”.

Questi che si giustificano non capiscono la misericordia né la pietà. Invece, quel popolo che tanto amava Gesù, aveva bisogno di misericordia e pietà e andava a chiederla al Signore. In questa strada della Quaresima ci farà bene, a tutti noi, pensare a questo invito del Signore all’amore, a questa dialettica della libertà dove c’è l’amore, e domandarci, tutti: Ma io sono su questa strada? O ho il pericolo di giustificarmi e andare per un’altra strada?, una strada congiunturale, perché non porta a nessuna promessa. E preghiamo il Signore che ci dia la grazia di andare sempre per la strada della salvezza, di aprirci alla salvezza che viene soltanto da Dio, dalla fede, non da quello che proponevano questi “dottori del dovere”, che avevano perso la fede a reggevano il popolo con questa teologia pastorale del dovere. Chiediamo noi questa grazia: Dammi, Signore, la grazia di aprirmi alla tua salvezza. La Quaresima è per questo. Dio ci ama tutti: ci ama tutti! Fare lo sforzo di aprirci: soltanto questo ci chiede. “Aprimi la porta. Il resto lo faccio io”. Lasciamo che Lui entri in noi, ci accarezzi e ci dia la salvezza. Così sia
".

Ora, io faccio questa domanda: la corruzione è di per sé un male?
La risposta è ovvia: certo che sì.
La corruzione è un male e come tale va combattuta.
Tuttavia, guardiamo la reale situazione che c'è qui in Italia e cerchiamo di analizzare questo tristissimo fenomeno.
Qui in Italia c'è un fisco esoso (la pressione fiscale è pari al 43%), mancano vari servizi, la giustizia non funzione come dovrebbe e c'è una burocrazia prolissa.
A fronte di ciò, cosa può fare un cittadino?
Un cittadino può subire l'angheria di una giustizia che non funziona, subire le angherie di un ceti burocratico lento, inefficiente e che vive la sua condizione con spocchia, pagare le troppe tasse e tacere o accettare la mancanza di quel determinato servizio che egli ha richiesto o può ricorrere a certi espedienti, se è in grado di farlo.
Ergo, se può evadere il fisco, egli evade il fisco.
Se può corrompere il burocrate o il politico, egli corrompe il burocrate o il politico.
Se poi egli viene denunciato, vi è il rischio che il processo non porti a nulla e che vada in prescrizione, poiché la giustizia è lenta e farraginosa.
Dato che qui in Italia siamo tutti bravi a giudicare gli altri e a fare i giustizialisti, io dico che (per esempio) se fossi un imprenditore e se fossi con l'acqua alla gola (per via di una pressione fiscale eccessiva che mi ha portato via tanta parte dei ricavi) io evaderei il fisco.
Oppure, per ottenere certe pratiche, sarei disposto a corrompere il burocrate del mio Comune, piuttosto che il mio Sindaco o qualsiasi altra figura "che sta in alto".
Lo dico perché non sono un ipocrita.
La corruzione ed altre pratiche illegali (purtroppo) sono diventate mezzi di sopravvivenza.
Anzi, esse sono diventate dei mezzi per portare il pane sulla tavola per i propri figli
Questo era il senso di un mio articolo scritto su "Italia chiama Italia", articolo che è intitolato "Corruzione "pane sporco" , ma a volte conviene".
Cito Mordo Nahum, il greco di Salonicco che era con Primo Levi (di cui egli scrisse nel romanzo "La tregua" ) e che disse: "Guerra è sempre".
Questa è una guerra!
Questa è una guerra tra uno Stato che tassa a più non posso, non fa servizi né fa le infrastrutture, che non garantisce la giustizia e che ha una struttura barocca ed i suoi cittadini che non sono tutelati.
Si è creato un circolo vizioso e questo circolo vizioso va spezzato.
Per esempio, la burocrazia sarebbe da tagliare.
Non è possibile che per aprire un'azienda in America basta solo qualche firma mentre per fare lo stesso in qui in Italia bisogna fare i salti mortali tra un ufficio ed un altro.
Inoltre, i burocrati inefficienti dovrebbero essere cacciati.
Tagliando la burocrazia si contribuirebbe a ridurre la pressione fiscale.
Con un fisco meno oneroso, evadere diventerebbe sconveniente.
La giustizia va riformata.
Per esempio, bisognerebbe introdurre il principio di responsabilità civile dei magistrati.
Un giudice che sbaglia deve pagare.
Così si renderebbe meno conveniente la corruzione.
Cordiali saluti.











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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.