Mio fratello è solito dire che la democrazia non è mai esistita.
In realtà, l'esempio di democrazia c'è ed è la Repubblica di San Marino.
San Marino è la più antica democrazia del mondo.
La leggenda parla dello scalpellino dalmata e diacono San Marino (morto nel 366) che scappò dalla sua terra d'origine per sfuggire dalla persecuzione contro i cristiani dall'imperatore Diocleziano.
Dopo essere approdato a Rimini, egli salì sul Monte Titano, ove organizzò una comunità, grazie anche alle donazioni di terre di una ricca donna, che fece ciò per ringraziarlo della guarigione miracolosa di suo figlio.
C'era il popolo e c'era la coesione e San Marino organizzò la comunità secondo il motto che recita: "Relinquo vos liberos ab utroque homine", ossia: "Vi lascio liberi da entrambi gli uomini".
Questo principio è oggi un cardine per ogni sammarinese.
Nel 301 ci fu l'embrione del nuovo Stato.
Il primo documento che attesta l'esistenza di una comunità sulla rupe del Monte Titano è il "Placito Feretrano", una pergamena che risale all'885 AD e che parla di alcuni diritti di proprietà su alcuni fondi.
La pergamena in questione è conservata nell'Archivio di Stato di San Marino.
Un documento del 1296 parla di un processo che si fece in un convento della Valle di Sant'Anastasio per un caso di mancata riscossione di tributi da San Marino.
Il documento (che venne ritrovato nel convento di Sant'Igne, a San Leo, in Provincia di Rimini) reca una frase che recita:
"Non pagano perché non hanno mai pagato. E' stato il loro Santo a lasciarli liberi".
Nel Medio Evo, durante l'era dei Comuni, San Marino si chiamò prima "Terra di San Marino", poi "Comune di San Marino" e poi "Repubblica di San Marino".
Il corpo sociale dello Stato era l'Arengo, un organo di autogoverno di capifamiglia presieduto da un Rettore.
Mentre il corpo sociale cresceva, accanto al Rettore venne nominato un Capitano difensore con cui condividere il governo.
Questo fu fatto perché il Rettore restasse un "primus inter pares" e non ci fosse una svolta autoritaria.
Nel 1243 vennero nominati i primi due Capitani Reggenti, i Consoli.
I primi Statuti risalgono al 1253 ma il primo vero corpo di leggi risale al 1295.
Gli Statuti di oggi, però, risalgono al 1600.L'indipendenza, però, fu riconosciuta dallo Stato della Chiesa il 27 giugno 1463.
Il signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468) si mise contro lo Stato della Chiesa.
Fu anche scomunicato ed il suo Tempio Malatestiano (il duomo, che fu rifatto nel XV secolo con la maestria di Leon Battista Alberti), visto dall'esterno, ricorda una tempio pagano e non ha nessuna croce visibile, quasi come segno di sfida verso la Chiesa.
Nel 1460 , egli decise di muovere guerra ai Montefeltro, signori di Urbino.
Contro di lui, si coalizzarono il Ducato di Urbino, retto dal duca Federico da Montefeltro (1422-1482), lo Stato della Chiesa e San Marino.
Il 27 giugno 1463, la coalizione sconfisse il Malatesta.
Per riconoscenza, Papa Pio II (1405-1464) riconobbe l'indipendenza di San Marino e gli cedette le città di Fiorentino, Montegiardino e Serravalle.
Nello stesso anno, anche la città di Faetano chiese ed ottenne di essere annessa a San Marino.
San Marino fu occupata militarmente due volte.
La prima fu ad opera di Cesare Borgia, detto il Valentino (1475-1507).
L'occupazione finì nel 1503, con la morte di Papa Alessandro VI, padre del Borgia.
La seconda fu ad opera del cardinale Giulio Alberoni, nel 1739.
I Sammarinesi si liberarono da lui con la disobbedienza civile.
Nel 1797, Napoleone offrì doni ed estensioni territoriali a San Marino.
I Sammarinesi furono grati per l'onore di tali elargizioni, ma rifiutarono con istintiva saggezza l'ampliamento territoriale "paghi dei loro confini".
Questo è San Marino, uno Stato ispirato a principi democratici e per di più fondato da un cristiano, un santo.
Io ci andai nel 1993 e mi ricordo molto bene la visita e spero di tornarci.
Ci andai con la scuola.
Mi ricordo ancora oggi le parole della guida, che fece fare un tour a me e alla mia classe nel Palazzo del Governo e nella Concattedrale.
La guida disse: "Voi Italiani, quando dovete pagare le tasse, vi arrabbiate. Noi Sammarinesi, invece, paghiamo le tasse facendo un sorriso".
Ancora oggi ricordo ciò e me la ricorderò finché campo.
Io penso che queste parole siano vere.
Guardando la mostruosa pressione fiscale (che secondo gli ultimi dati arriva al 55%) e la burocrazia elefantiaca che ci sono qui da noi c'è da arrabbiarsi.
Dal portale dedicato alla Repubblica di San Marino ho preso questi dati:
FASCE DI REDDITO IMPOSTA (IGRL)
Fino a 9296,22
12% sull'intero importo
Da 9296,23 a 15493,71
17% sulla parte oltre 9296,22
Da 15493,72 a 25822,84
23% sulla parte oltre 15493,71
Da 25822,85 a 46481,12
29% sulla parte oltre 25822,84
Da 46481,13 a 87797,67
35% sulla parte oltre 46481,12
Da 87797,67 a 154937,07
40% sulla parte oltre 87797,67
Da 154937,08 a 232405,60
45% sulla parte oltre 154937,07
Da 232405,61
50% sulla parte oltre 232405,61
Monofase
L'imposta indiretta sugli scambi adottata da San Marino è una "monofase" che si applica colpendo una volta sola il valore dei beni e dei servizi importati nel territorio. Così, l'operatore economico viene colpito esclusivamente al momento dell'importazione con aliquota pari al 17%. Quale imposta sulle importazioni, la monofase è riconosciuta come misura equivalente all'imposta sul valore aggiunto (Iva).
Il fisco sammarinese è leggerissimo, se confrontato con il nostro.
Uno Stato che massacra di tasse i cittadini inficia la sua democrazia.
Cordiali saluti.
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